La Massoneria: una società segreta non molto segreta a Venezia
A Venezia la
Massoneria influenzò molti personaggi importanti come:
Gozzi,
Goldoni e
Casanova. Del
Goldoni si pensi alla sua opera “
Le donne curiose” dove si cita continuamente la massoneria, mentre del
Casanova massone, ne veniamo a conoscenza dalla spia Giambattista Manuzzi, il quale il 12 luglio 1755, recatosi a casa del giovane seduttore, vi trova le vesti indossate duranti i riti massonici assieme ai confratelli della “setta de' Muratori”. La creazione di una struttura territoriale secondo il rito della Stretta Osservanza durò poco. La prima diffusione a Venezia la si ha tra gli anni Venti e Trenta del Settecento, sopratutto grazie alla figura del console inglese
John Murray e all'ambasciatore
Robert d'Arcy conte di Holderness, figura di spicco della massoneria europea Settecentesca. Due almeno le sedi: in Rio Marin, sciolta il 9 maggio 1785, della quale possediamo l'elenco degli affiliati, e la loggia di Ca' Mosto a San Marcuola, il cui venerabile maestro è stato il segretario Pier Antonio Gratarol.
Ma di segreto questa massoneria aveva ben poco se si pensa che la stessa
chiesa della Maddalena a Cannaregio, riedificata d'architetto Tommaso Temanza (1705-1789) è un inno alla massoneria, con tutti i simboli: sull’architrave della porta l’occhio inscritto in un cerchio e in una piramide, e l’iscrizione “
SAPIENTIA EDIFICAVIT SIBI DOMUM”, un riferimento al culto per la divina sapienza, fondamento della massoneria. Inoltre una porticina sul retro troppo piccola per essere usata ma creata cosi per utilizzarla nel rito iniziatico, nel quale ci si china per entrare. E il grande scultore
Antonio Canova (1757-1822), fu un massone? Secondo alcuni studi era impossibile essendo lui molto cattolico, ma il monumento funebre nella
Basilica dei Frari, disegnato da lui ma realizzato da alcuni suoi allievi, è a forma di una grande piramide e dentro vi è conservato il suo cuore: sarà un caso?
Testo a cura di Davide Busato di Venezia Criminale