Ville della Riviera del Brenta

Villa Pisani a Stra e Villa Malcontenta sono due delle meravigliose ville sulla Riviera del Brenta a pochi passi da Venezia

Le ville della Riviera del Brenta hanno un fascino particolare; fascino che viene esaltato dalla omogeneità e dalla quantità di costruzioni nobiliari che sorgono lungo il Fiume. Dopo la conquista di Padova, avvenuta nel 1405, nel clima di pacifica convivenza che la Serenissima Repubblica garantiva alle genti del Brenta, le ville sorte lungo la Riviera hanno tutte delle grandi aperture verso l’esterno. Grandi aperture che immettono quasi dentro la Villa la campagna e il fiume. Nelle ville lungo il Brenta esiste lo stesso contatto con l’ambiente esterno che si nota nei palazzi costruiti in Venezia, sul Canal Grande o lungo i rii. Per questo, le ville della Riviera del Brenta appaiono più veneziane delle consorelle ville venete. L’architettura delle ville lungo il Brenta conserva sempre una costante tipicamente veneziana nell’impostazione dell’edificio. I vani, seguendo un’antica consuetudine sono sempre disposti intorno al grande salone centrale che di solito si apre sul canale e sulla campagna. Accanto alla villa sono sempre costruite le due barchesse, l’una adibita a deposito per gli attrezzi e l’altra a foresteria. Spesso la pianta delle ville è irregolare, obliqua, dato che l’architetto cerca di mantenere una facciata parallela al fiume, a volte la pianta assume quasi una forma romboide. All’obliquità della facciata corrisponde anche un’obliquità e quindi uno schiacciamento degli elementi architettonici e decorativi, il risultato è naturalmente molto scenografico.

Villa Pisani a Stra

Imponente, monumentale costruzione, Villa Pisani, può essere annoverata senza dubbio come la regina delle ville della Riviera del Brenta.

 Villa Pisani rappresenta l’apice dell’architettura settecentesca nella quale il fasto del barocco si coniuga all’armonia della classicità al pari delle grandi regge europee come Versailles o Caserta.

La villa nella sua lunga storia ha ospitato personaggi storici molto noti, da Napoleone, che ne divenne proprietario nel 1807 a Mussolini e Hitler che qui si incontrarono per la prima volta nel 1934. Qui Gabriele D’Annunzio si ispirò per la scena del labirinto descritta nel suo romanzo Il Fuoco.

All’interno, la maggior parte delle 114 stanze, nelle quali si conserva l’arredamento originario, è riccamente decorata con statue, stucchi ed affreschi commissionati ai grandi maestri dell’epoca come: Fabio Canal, Jacopo Guarana, Jacopo Amigoni, Andrea Urbani, Andrea Brustolon, Andrea Celesti, Gaspare Diziani e molti altri. Troneggia su tutti il nome di Gian Battista Tiepolo che , nel salone da ballo, tra il 1760 ed il 1762 realizzò, assieme al quadraturista Giovanni Mengozzi Colonna, suo insostituibile collaboratore, uno dei capolavori del Settecento veneziano, la Gloria della Famiglia Pisani.

L’immenso parco costituisce un mondo autonomo caratterizzato da gruppi scultorei e numerose, suggestive costruzioni: la caffé-house, l’esedra, il LABIRINTO, la collinetta archeologica, la ghiacciaia, la limonaia e le scuderie che doppiano simmetricamente il corpo centrale. BIGLIETTO 10€ DAL 1 APRILE AL 30 SETTEMBRE 2014 9.00 - 19.00 (19.00 - 20.00 solo uscita) Aperto lunedì 21 aprile 2014. Chiuso martedì 22 aprile 2014 per riposo settimanale. Aperto lunedì 2 giugno 2014. Chiuso martedì 3 giugno 2014 per riposo settimanale. DAL 1 OTTOBRE 2014 AL 31 MARZO 2015 9.00 - 16.00 (16.00 - 17.00 solo uscita)

Villa Widmann Foscari detta la Malcontenta a Malcontenta

Il nome della villa e della località deriva forse dal malcontento della popolazione che vi risiedeva e che vedeva continuamente allagati i terreni per i tagli fatti al Brenta dai Padovani, forse da un’antica leggenda che narra di una moglie di un Foscari relegata nella Villa per espiare la propria infedeltà coniugale. La Villa venne costruita dal Palladio attorno al 1560 per conto di Nicolò e Alvise Foscari ed è considerata uno dei gioielli del tardo barocco veneziano. Palladio stesso la descrive nei suoi “Quattro Libri di Architettura” e rappresenta una certa unicità nell’opera dello stesso artista e architetto. La villa venne notevolmente ampliata, fino a arggiungere l’attuale forma solo nella metà del Settecento, quando, la famiglia Widmann, dopo avere acquistato l’immobile, lo rimodernò adeguandolo al gusto rococò francese, allora tanto in auge. Il corpo centrale ottenne così una nuova veste, divenendo accogliente dimora per feste e ricevimenti, durante i quali, alla musica, al cibo ed al ballo era spesso affiancato il gioco. Ad impreziosire il salone principale pensarono due artisti, allora molto contesi nell’ambiente veneziano, Giuseppe Angeli (1712-1798), discepolo di Giambattista Piazzetta, e Gerolamo Mengozzi Colonna, straordinario quadraturista, collaboratore prediletto dal Tiepolo.   VISITE: Dal 1 maggio al 31 ottobre (salvo variazioni) martedì e sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00 BIGLIETTO: 10€   Le Barchesse di Villa Valmarana a Malcontenta Tutto il complesso della Villa venne costruito nel Seicento dai Valmarana e ai lati della stessa furono edificate due strutture con pianta ad L entrambe caratterizzate da una monumentale serliana da un imponente colonnato. L’edificiopassò in mano ai coloni nell’Ottocento che trasformarono la barchessa di sinistra in casa colonica e quella di destra in cantina-osteria, mentre la villa venne fatta saltare attorno al 1890 per non pagare le tassazioni sulle case di lusso. La foresteria, unica parte aperta al pubblico, costituisce la parte più interessante, infatti, l’interno, che ancora oggi conserva l’arredamento originale, è riccamente affrescato da Michelangelo Schiavoni (1712-1772) detto il Chiozzotto. Gli affreschi, che, nel 1908, erano stati ricoperti a calce per adattare le barchesse ad uso di magazzino-stalla e cantina-osteria, sono stati recuperati nel 1962 per opera dello scultore Luciano Minguzzi allora proprietario della villa. Nel soffitto del salone centrale, all’interno di un cielo tiepolesco è rappresentata la Gloria della famiglia Valmarana; inserite in un con testo originale, tra i lazzi ed il lavoro campestre, le figure di Diana, Marte, Apollo e Minerva si accompagnano a paggi, dame e popolane che, spuntando magicamente dalle pareti, osservano lo spettatore da un’illusoria balaustra. Nelle stanze laterali la raffigurazione delle arti liberali e paesaggi eseguiti a chiaroscuro.

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