Il secondo piano del Museo Mariano Fortuny y Madrazo riapre al pubblico

Per la prima volta nella storia la Fondazione Musei civici di Venezia ha deciso di presentare al pubblico internazionale oggetti che erano conservati nei depositi: volumi straordinari di arte, scienza, tecnica, chimica, ottica, fisica, ingegneria che compongono la biblioteca privata di Mariano Fortuny y Madrazo; più di 150 album fotografici rilegati con le stoffe Fortuny che contengono le fotografie collezionate, divise per soggetto e che hanno costituito le fonti di ispirazione di Fortuny; le incisioni e i torchi utilizzati per la loro realizzazione.

Il cuore pulsante del palazzo – hanno sottolineato i conservatori – perché restituisce il background estetico e culturale di Mariano Fortuny, artista eclettico e poliedrico, nato a Granada nel 1841, che fece di Venezia la sua città di adozione.
Una personalità affascinante che verrà fatta conoscere anche agli studenti attraverso un itinerario guidato dal titolo ‘Nella casa Atelier di Mariano Fortuny’ promosso da Muve Educational e presto disponibile anche attraverso attività laboratoriali e activity book.

Chiara Squarcina, responsabile della sede museale, all’inaugurazione ha descritto Mariano Fortuny “Una straordinaria figura che ha vissuto 50 vite in un arco temporale relativamente breve. Ridare questo artista alla città di Venezia e al mondo voleva dire focalizzare l’anima di un imprenditore incredibile: un uomo che è riuscito a innovare e a realizzare brevetti, come nessun altro. Mariano Fortuny viveva, lavorava e creava in ogni stanza di questo palazzo. Abbiamo colto la necessità di andare a fondo dei suoi talenti. Il secondo piano costituisce un affondo di quello che Fortuny ha donato al mondo”.

 

 

Le Sale Reali – Nuovi percorsi del Museo Correr di Venezia

Dopo i Giardini Reali, ecco finalmente anche il Palazzo Reale, straordinaria restituzione alla città di uno degli spazi più rappresentativi della sua storia politica e culturale del XIX secolo, che riporta in tal modo l’area Marciana alla sua identità originaria. Dopo un lungo e impegnativo lavoro di recupero, saranno aperte al pubblico dal 15 luglio, venti sale del Palazzo Reale di Venezia (all’interno del Museo Correr) che costituivano gli originari appartamenti privati utilizzati degli esponenti di ben tre case regnanti – Bonaparte, Asburgo, Savoia – lungo tutto l’Ottocento e fino al 1920.

Si tratta del completamento di un lavoro iniziato nel 2000, su progetto scientifico di recupero della Fondazione Musei Civici di Venezia e Comune di Venezia con supporto della Soprintendenza e con il determinante sostegno del Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia e da mecenati di tutto il mondo, che ha visto le prime sale reali già protagoniste di una attività di valorizzazione del Palazzo Reale. Le nuove sale sono tutte decorate e per lo più sontuosamente rivestite con tappezzerie che riprendono i disegni originali, originali invece i mobili che provengono appunto da Palazzo Reale e che dopo complesse vicende e trasferimenti tornano finalmente ad occupare lo spazio che li spetta.

Un Palazzo Reale nella città connotata dal Palazzo dei Dogi: a pochi passi dal Palazzo Ducale sorge, ed è altrettanto magnifico, anche il Palazzo Reale. Tre i Casati che governarono Venezia dall’indomani della caduta della Serenissima Repubblica: Napoleone Bonaparte, gli Asburgo e infine i Savoia. Ciascuno degli occupanti volle risiedere a Venezia in un proprio appartamento, modellato e arredato secondo le proprie passioni e il gusto del momento.

Quello che ne è derivato è uno spaccato di storia dell’arte e del costume, dai primi dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento. Gli Appartamenti Reali occupano il Versante settentrionale del Piano Nobile delle Procuratie Antiche e godono dell’affaccio sui Giardini Reali e sul Bacino dei San Marco. Sono spazi paralleli alle sale espositive del Museo Correr a loro volta aperte sulla Piazza.

Si tratta di grandi elegantissimi ambienti, estesi su circa 850 mq, ciascuno connotato secondo lo stile degli Ospiti che vissero qui in alcuni periodi. Decori e mobilio sono all’altezza delle teste coronate che ne godettero per soggiorni più o meno prolungati. Da Napoleone, a Francesco Giuseppe e all’Imperatrice Sissi, a Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico, a Vittorio Emanuele di Savoia e, via via, sino al Umberto I. In questi saloni è passata la Storia italiana ed europea. Concluso il tempo dei re e imperatori, quei saloni sono diventati uffici e archivi a disposizione dello Stato e dei suoi funzionari, cosa che inevitabilmente ha comportato la cancellazione di gran parte delle decorazioni e degli arredi esistenti.

Il Comune di Venezia e Fondazione Musei Civici – commenta il Sindaco Luigi Brugnarocontinuano a prendersi cura del loro inestimabile patrimonio culturale e artistico. La riapertura di queste 20 sale del Palazzo Reale sancisce un ulteriore fondamentale tassello in quel percorso di riqualificazione dell’intera area marciana, che con Rialto e Arsenale costituisce il cuore della storia di Venezia che dura ormai più di 1600 anni. Grazie infine a tutti quei mecenati che, in un’ottica di sussidiarietà tra il pubblico e il privato, hanno dimostrato di amare la nostra Città e hanno contribuito a salvaguardare questo suo gioiello”.

La presidente MUVE Mariacristina Gribaudi ricorda come “ L’apertura delle Sale Reali coincide con il raddoppio dell’area museale del Correr, una restituzione straordinaria alla città che qui avrà evidenza della storia politica ma anche del costume e delle arti veneziane del XIX secolo”

Il Direttore Gabriella Belli: “ Dal punto di vista della storia dell’arte veneziana, il Palazzo rappresenta un colpo di spugna su quel secolo XIX che per decenni rimase affidato al mito negativo della caduta di Venezia e con essa la fine di ogni magnificenza artistica. Oggi questo travagliato Ottocento veneziano ritrova il luogo della sua rivincita”.

In questa rinascita Fondazione Musei Veneziani e Comune di Venezia sono stati affiancati dal Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia, presieduto con passione e competenza da Jérôme-Francois Zieseniss, che ha saputo coinvolgere nella grande impresa mecenati di tutto il mondo. “Tra la caduta della Serenissima nel 1797 e la nascita della Biennale nel 1895, sembrava che Venezia fosse sparita dalla scena artistica europea. Il Palazzo Reale, vera enciclopedia delle arti decorative dell’Ottocento, è invece l’anello mancante della storia millenaria del genio di Venezia.

Gli interventi hanno preso il via nel 2000 con il recupero dei grandi appartamenti di rappresentanza, che facevano già parte del Museo Correr: il porticato che da accesso al Palazzo Reale e a Piazza San Marco, lo Scalone d’Onore, il Vestibolo d’onore, la Sala da Ballo e il soffitto della Sala del Trono.

Nella seconda fase (2006-2012) si è intervenuti sugli appartamenti di Sissi e subito dopo su alcuni ambienti dell’appartamento di Massimiliano d’Asburgo, Imperatore del Messico. La terza campagna di restauro (2013 -2014) ha coinvolto ambienti ed arredi (raffinatissimi) del Gabinetto Studiolo dell’imperatore, del Salone delle Udienze, di quello dei Ciambellani e del Salone di Re Umberto.
Tra il 2015 e il ’16 si è messo mano al progetto “Sublime Canova”, ideato dal Direttore MUVE Gabriella Belli per dare giusto risalto alle magnifiche raccolte canoviane del Correr: magistralmente presentate in tre sale, due delle quali inserite nel Palazzo Reale, il cui restauro è stato sostenuto dal Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia e da Venice International Foundation.

A concludere il recupero integrale del Palazzo sono gli interventi, appena conclusi, sugli appartamenti di Massimiliano e dei Re d’Italia. Il recupero, in tutte le sue fasi, è stato certosino: nessun dettaglio è stato trascurato, a partire dalle tappezzerie originali che, come gli interventi di ebanisteria, furono realizzate da maestranze veneziane, in grado di creare in Laguna tessuti e arredi del tutto raffrontabili con quelli delle maggiori manifatture internazionali. Un tesoro del miglior artigianato veneziano che prosegue la grande tradizione delle arti ancor oggi presenti nel territorio lagunare.

 

Per informazioni:
Museo Correr
Venezia, Piazza San Marco,
Ingresso per il pubblico: Piazza San Marco,
Ala Napoleonica, Scalone monumentale

Orario
Il Museo Correr è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)

Biglietto
Ingresso con il biglietto “I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO”, un unico biglietto valido per:
Palazzo Ducale e per il percorso integrato del Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.
Biglietto intero: 25,00 euro
Biglietto ridotto: 13,00 euro

Info e Prenotazioni
– www.correr.visitmuve.it
– call center: 848082000 (dall’Italia); +39 041 42730892 (dall’estero/only from abroad)

AVVISO PER IL PUBBLICO: il nuovo percorso delle Sale Reali (dalla sala 10 alla sala 20) sarà
aperto al pubblico dal 15 luglio 2022 con ingressi contingentati solo previa prenotazione.

Ville Venete

Con la scoperta dell’America, gli accadimenti conseguenti la guerra con Lega di Cambrai e il logorio economico e militare causato dai continui conflitti con i Turchi per il predominio sul Mediterraneo, gli scaltri imprenditori veneziani si rendono conto ben presto che non possono più basare la loro fortuna economica solamente sui commerci marittimi e guardano con interesse ai possedimenti in terra ferma, che fino a quel momento era stata considerata solamente quale avamposto fortificato, luogo di approvvigionamento di materie prime (metalli, legname, vino,…) e, tutt’al più, territorio dove costruire dei casini di caccia.
Verso la metà del XVI secolo la situazione è già profondamente mutata: viene fondata la Magistratura dei Beni inculti che mappa il territorio, azione propedeutica alla opere pubbliche atte a disboscare, bonificare e irrigare le campagne che, divenute fertili e produttive, vedono il proliferare di ville. Questo genere edilizio ha molto successo perché risponde ad esigenze pratiche ed estetiche: centro di controllo della produzione agricola e vinicola e simbolo delle stato economico e sociale della famiglia committente che trascorre lunghi periodi di villeggiatura nell’entroterra, coincidenti con i periodi di semina e raccolto.
Nasce così la cosiddetta Civiltà della villa veneta, che vede in Andrea Palladio (1508 – 1580) la sua gemma più preziosa, ma che in realtà si protrae fino alla fine della Repubblica di Venezia e oltre.

Le colline attorno a Conegliano, da sempre luogo deputato alla produzione vitivinicola, vedono fiorire decine di ville, alcune delle quali realizzate da importanti architetti quali Baldassare Longhena (sec. XVII) e Giuseppe Jappelli (sec. XIX), il quale ha progettato in prossimità del castello villa Gera Sinopoli che da poco ha aperto le sue porte ai visitatori.

In provincia di Treviso, le principali ville visitabili sono:

VILLA PAPADOPOLI GIOL A SAN POLO DI PIAVE

VILLA BARBARO A MASER

A circa otto chilometri da Asolo, in località Maser, si trova la celeberrima Villa Barbaro, che fu costruita attorno al 1560 da Andrea Palladio, mirabilmente affrescata da Paolo Veronese e plasticamente decorata da Alessandro Vittoria. Voluta dai veneziani fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro in uno dei siti più belli del Trevigiano, costa di un corpo centrale residenziale affiancato da due barchesse laterali concluse con due colombaie destinate ai servizi.
Il viale fiancheggiato da sculture crea un collegamento ideale tra la villa e la campagna circostante, tra la facciata, caratterizzata da semicolonne ioniche e frontone carico di decorazioni in stucco, e la Fontana del Nettuno, posta al di là della strada. Altro autentico gioiello palladiano è il Tempietto posto quale quinta architettonica della strada carrozzabile; fu edificato nel 1580, anno di morte del suo autore, in quella forma circolare da lui considerata ideale per gli edifici sacri, perché servisse da cappella gentilizia e nel contempo da chiesa per il villaggio.

VILLA REVEDIN BOLASCO

In Borgo Treviso a Castelfranco Veneto, oltre il Ponte delle Guglie sul Musonello, dove un tempo sorgevano due ville Corner, dette “del Paradiso”, ristrutturate nel 1607 dal vicentino Vincenzo Scamozzi (1548 – 1616) si trova villa Revedin Bolasco, costruita dall’architetto Giovan Battista Meduna verso la metà del sex. XIX in stile neorinascimentale. L’interno, di norma non visitabile, conserva una bella scala semicircolare a sbalzo, un grande salone e delle suggestive scuderie con arredo originale. L’edificio è immerso in un bellissimo parco, progettato dal Meduna ma modificato nei decenni successivi dal francese Marc Guignon e da Antonio Caregaro Negrin, arricchito da un laghetto, una serra moresca e un anfiteatro – in realtà un galoppatoio – circondato da cinquantadue statue realizzate dai Marinali per la villa preesistente.
Il parco, di proprietà dell’università di Padova dal 1967, nel 2018 si è aggiudicato il primo posto della XVI edizione del Concorso Parchi pubblici italiani. E’ visitabile nei fine settimana e nei giorni festivi.

VILLA CORNER CHIMINELLI

Non lontano da Castelfranco Veneto, a Sant’Andrea oltre il Muson si trova questa graziosa residenza di campagna edificata dopo il 1564 su un precedente edificio giù esistente nel 1477. Fu ritenuta per molto tempo una delle proprietà della famiglia Corner, ma recenti studi hanno individuato nel nobile veneziano Francesco Soranzo, parroco di San’Andrea dal 1563 al 1595, il proprietario originale. Dopo diversi cambi di proprietà, alla fine della Seconda guerra mondiale la villa fu acquistata dalla famiglia Chiminelli che provvide al restauro dell’edificio e alla realizzazione di un interessante museo etnografico allestito negli annessi rustici.
L’edifico presenta un piano seminterrato e un unico piano nobile rialzato. Notevoli gli affreschi realizzati da Benedetto Caliari, fratello di Paolo Veronese, e le sculture settecentesche, assimilabili ai modi dei Bonazza.

VILLA EMO A FANZOLO

Villa Emo, a una decina di chilometri da Castelfranco Veneto, costituisce uno dei capolavori assoluti di Andrea Palladio nell’architettura di villa. Costruita nel 1560, è una delle poche fabbriche dell’architetto interamente finita; essa esprime perfettamente l’esigenza di rappresentatività e funzionalità agricola che è alla base del concetto stesso di Villa nel Veneto del Cinquecento. Di notevole importanza è anche la decorazione ad affresco che arricchisce gli interni realizzata da Giovan Battista Zelotti, collaboratore di Paolo Veronese.
La villa, immersa nel verde, è circondata da un prezioso giardino all’italiana.

CASTELLO GIUSTINIAN CIANI BASETTI A RONCADE

VILLA LATTES A ISTRANA

Edificata nel 1715 dal giovane architetto Giorgio Massari (Venezia, 1687 – 1766) per il mercante veneziano Paolo Tamagnino, la villa deve il suo nome alla famiglia Lattes che l’acquisì nel 1842. Il suo ultimo proprietario, l’avvocato Bruno Lattes, ha provveduto all’accurato restauro dell’edificio dove ha raccolto automi e carillons comprati durante i suoi numerosi viaggi, dando vita a una delle più importanti collezioni europee. Alla sua morte l’edificio e la collezione furono lasciate in eredità al Comune di Treviso, ma dal 2004 appartengono al Comune di Istrana che ha provveduto al restauro dell’immobile e alla sua apertura al pubblico.
Il complesso edilizio, memore della tradizione palladiana, presenta un corpo residenziale emergente affiancato da due barchesse curvilinee che abbracciano il giardino antistante di forma ellissoidale. Lungo la cinta di recinzione si trova la cappella gentilizia che custodisce una pala d’altare di Jacopo Amigoni; come d’uso all’epoca era accessibile sia dalla villa sia dalla strada per essere utilizzata anche dagli abitanti del villaggio.

La Memoria Ebraica

Asolo

Non si hanno notizie precise di quando si stabilì in città una piccola comunità ebraica, ma è probabile che questo avvenne alla fine del Quattrocento, quando Asolo divenne sede della corte della regina di Cipro, Caterina Cornaro. Nel 1509 arrivarono altri ebrei da Treviso, dopo l’espulsione voluta dal doge Leonardo Loredan. Nel 1547 vivevano in città 37 ebrei, appartenenti a 7 famiglie; ma proprio in quest’anno, la notte del 22 novembre, un gruppo di facinorosi proveniente da tutto il circondario irruppe nel loro quartiere uccidendo dieci persone – tra cui donne e bambini – e ferendone altre otto. Alla carneficina si sommò la razzia che pose fine alla stabile presenza ebraica in questo territorio.

Dagli atti del processo sappiamo che, a sud dalla Piazza del Pavion e attraversato dal breve  vicolo di Belvedere, vi era  un agglomerato di case, chiamato “il ghetto”, sebbene alle abitazioni degli ebrei fossero anche intramezzate quelle dei cristiani. Gli israeliti abitavano in sei edifici, alcuni dei quali a più piani; all’ultimo della casa di Marco Koen c’era un locale adibito a sinagoga e in città esistevano ben quattro banchi di pegno che continuarono a funzionare anche dopo l’istituzione del vicino Monte di pietà.
Il loro cimitero era sito alle Mura del Colmarion: vi sono state rinvenute due lapidi funerarie della famiglia Gentili (Hefeà in ebraico), una di Gershon Kohen, figlio del rabbino  Mose Hefeà, recante la data 1528 (more iudaico 5288) e l’altra di sua moglie Hannah, recante la data 1513 (more iudaico 5273).

Treviso

La presenza ebraica è documentabile in città fin dal X secolo, ma si hanno documenti che attestano l’attività di prestito solo dal 1294. Gli ebrei furono cacciati dalla città nel 1509, dopo che le loro case erano state saccheggiate durante un tumulto popolare. Fino al 1861 il decreto di espulsione era ancora leggibile sulla Piazza dei Signori. Un piccolo gruppo tornò dopo l’eccidio di Asolo, ma dopo la metà del XVI secolo non si hanno più notizie di ebrei in città.
La comunità ebraica si era stabilita nell’area del Portico Oscuro dove c’era anche la Sinagoga (al n.11 della via), nei pressi di via S. Vito (dove si vedono ancora i segni dei cardini di un pesante cancello) e in via Palestro, mentre i banchi si trovavano in prossimità della Torre del Cambio in Calmaggiore. Il loro cimitero era in borgo Cavour; nel 1880 durante lavori di scavo lungo il torrione delle mura di San Teonisto, vennero alla luce 27 lapidi – di cui solo quattro interamente leggibili – che ora sono collocate nel giardino di Ca’ De Noal.

Giavera del Montello

In questo paese, noto ai più per essere stato teatro dell’ultimo anno della Grande Guerra, sono state rinvenute tre antiche lapidi ebraiche, unica traccia della presenza di questa comunità di cui però non si hanno altre notizie.

Portobuffolè

Un piccolo gruppo di ebrei esuli da Colonia si stabilì a Portobuffolè verso il 1430 e qui praticò l’attività di prestito con un tasso di circa il 12%. Si stabilirono nei pressi di Porta Friuli, vicino alla Loggia del Fondaco dove all’epoca si svolgevano tutti gli scambi commerciali. L’attuale Duomo fu probabilmente edificato sui resti della loro sinagoga.
Nel marzo del 1480, durante la Pasqua ebraica, la comunità ebraica fu accusata dell’omicidio a scopo rituale di un piccolo mendicante cristiano, Sebastiano Novello. Nonostante la Serenissima avesse inizialmente pubblicato una Ducale per difendere gli Ebrei, alcuni confessarono l’omicidio sotto tortura. Al termine del procedimento penale – durante il quale furono nuovamente torturati – alcuni subirono il carcere e poi furono banditi dal territorio, altri furono bruciati vivi tra le colonne di Piazza San Marco.
Il Senato inoltre ordinò l’espulsione, la confisca di tutti i loro beni e istituì in città il Monte di Pietà.

Conegliano

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto nasce nel 1866 per volontà del re Vittorio Emanuele II che decide di unire due paesi di antiche origini: Ceneda e Serravalle.
Entrambe città prospere, ospitarono comunità ebraiche delle quali si possono ancora individuare importanti tracce.
Ceneda. Il centro di Ceneda vanta antiche origini. Testimoniano il suo importante passato molti monumenti di pregio. Dal 1597 visse a Ceneda una piccola comunità ebraica che divenne prospera nel corso del XVIII secolo e che diede i natali anche a Lorenzo da Ponte, divenuto poi il librettista di Mozart. Rivestono ancora particolare interesse storico artistico il Ghetto e il cimitero ebraico.

Il Ghetto era collocato nella congiunzione di tre arterie stradali: via Daniele Manin (prima chiamata via Salsa), via Lorenzo Da Ponte (già via Calcada o Calcalda) e via Beniamino Labbi (detta la Bella Venezia).

Nel piccolo borgo, costituito da abitazioni, una sinagoga e un magazzino per cereali di cui restano importanti tracce, gli ebrei svilupparono le loro attività commerciali tra cui il primo banco di prestito gestito da Missier Israel Ebreo, originario da Conegliano. Proprio questa pratica finanziaria contribuì a dare nuova linfa all’economia locale, ma non mancarono le ostilità nei confronti di una popolazione che, proprio per la sua intraprendenza negli affari, veniva avvertita molto spesso come una minaccia.
Il Cimitero ebraico in località Cal di Prade entrò in funzione dal 1857, perché in precedenza le inumazioni erano effettuate in quello di Conegliano. Tutt’ora in uso, anche se a Vittorio non c’è più una comunità ebraica, è cinto da mura lungo le quali sono disposte le lapidi di una trentina di famiglie.

Serravalle: fu uno più importanti centri della Serenissima in terraferma, che dovette la sua ricchezza alla posizione favorevole ai commerci e alla realizzazione di prodotti di alta qualità, quali le armi ed i tessuti. Nel 1420 il Consiglio permise ad un gruppo di ebrei di soggiornare in città e di prestare denaro, ma la fondazione del Monte di Pietà nel 1542 spinse molti di loro ad abbandonare il paese. Oggi le uniche tracce del loro passaggio si possono rintracciare in quella che fu la zona del ghetto (via Piai).

Percorso pedonale in centro storico a Conegliano – “Conegliano Urbs Picta”

In epoca rinascimentale Conegliano fu protagonista di un processo di rinnovamento architettonico e urbanistico che rispecchiava le favorevoli condizioni sociali ed economiche del territorio, il quale, sottoposto al dominio della Serenissima, godeva ormai da tempo i vantaggi portati dalla lunga pax veneziana che aveva favorito i commerci e le rendite agricole.
Molti furono in questo periodo i nuovi palazzi costruiti nella Contrada Granda che si era sviluppata ai piedi del castello e numerosi furono gli interventi ad affresco realizzati in edifici civili e religiosi che trasformarono la città in una vera Urbs picta.
Nonostante i danni provocati dal tempo, dagli agenti atmosferici e dalle guerre restano ancora numerose testimonianze di affreschi rinascimentali in città che cercheremo di farvi scoprire lungo questo percorso pedonale che ha inizio sulla sommità del colle che sovrasta la città.
All’interno del Museo civico ospitato nella Torre della guardia, sono esposti alcuni affreschi staccati di cui, in questo itinerario, segnaliamo unicamente quelli provenienti dal centro storico di Conegliano.
Al piano terra, nella  Sala Vazzoler è esposto, suddiviso in sette pannelli, un affresco proveniente dalla distrutta chiesa di Sant’Antonio Abate di Conegliano che sorgeva nei pressi dell’attuale piazza Duca d’Aosta. Dipinto attorno al 1514 da Giovanni de Sacchis detto il Pordenone (Pordenone 1483 c. – Ferrara 1539), raffigura la Madonna con Bambino (di fattura posteriore), Santa Caterina e Santo AgostinianoSanta Maria Maddalena e San Tommaso Becket.
Ai piani superiori sono visibili:
 Dario da TrevisoMadonna in trono con Bambino, seconda metà del XV secolo. L’affresco proviene da una parete del pianerottolo che collegava il nuovo Palazzo Montalban, di via XX Settembre a Conegliano con il matroneo dell’Oratorio della Madonna della Salute.
– Pittore veneto della prima metà del QuattrocentoMadonna con Bambino tra angeli e devoto. In origine l’affresco si trovava in una casa ora distrutta situata sulla sinistra del Duomo di Conegliano; essa faceva parte dell’Ospizio per pellegrini edificato dalla Confraternita dei Battuti.

Nel piazzale del Castello si trova la chiesetta di Sant’Orsola che conserva nella parte absidale tracce degli affreschi di quella che, fino al 1757, era la Collegiata di San Leonardo. Tra le immagini superstiti è infatti riconoscibile proprio il santo di Limoges.
Scendiamo ora dal colle attraverso la suggestiva Calle Madonna della Neve.
Dove un tempo vi era la Porta della Castagnera, fu edificata la chiesetta della Madonna della Neve che dà il nome alla via. Al suo interno si può ammirare un affresco dipinto in due momenti differenti: al centro vi è La Madonna del latte la cui realizzazione – databile poco dopo la metà del Quattrocento – è stata attribuita a Giovanni Antonio da Meschio, mentre gli angeli musicanti e quelli che reggono turibolo e navicella sono stati aggiunti nel Cinquecento dal pittore coneglianese Francesco Beccaruzzi.

Terminata la calle, giriamo a destra in via Edmondo De Amicis. Al civico 3, in quella che ora è una abitazione privata, vi era l’antica Sede della Confraternita della Beata Concezione. In quella che era la sala delle riunioni, sono conservati degli affreschi raffiguranti San Rocco, un santo vescovo, la Vergine con il Bambino, Sant’Anna, San Sebastiano e San Francesco che presenta la chiesa; questi sono stati probabilmente eseguiti agli inizi del XVI secolo da Francesco Pagani, detto da Milano.

Poco più avanti, sulla destra, si trova la scalinata che conduce all’ex Convento di San Francesco.
Durante i restauri eseguiti agli inizi del Duemila sono tornati alla luce elementi decorativi ad affresco sia nelle pareti del chiostro cinquecentesco, sia nelle sale utilizzate dal Tribunale dell’inquisizione. Inoltre, nella sala adibita a foresteria, è ammirabile un paffuto San Francesco che accoglie i visitatori a braccia aperte; nella sala attigua, infine, è ricomparso un lacerto di affresco che raffigura San Bonaventura da Bagnoregio, considerato uno tra i più importanti biografi di san Francesco d’Assisi.

Scendiamo ora la scaletta che ci conduce in via Beccaruzzi, dal nome del pittore rinascimentale che qui abitò nella casa ora sede degli Alpini di Conegliano.
Arrivati alla piazzetta, giriamo a sinistra in via Cima su cui si affaccia una delle prime case affrescate di Conegliano. La potrete riconoscere sulla vostra destra dal “regalzier” , l’elemento decorativo a finto ammattonato rosso che in territorio veneziano comincia ad essere utilizzato dalle seconda meta del XIV secolo. L’impianto dell’edificio e gli elementi vegetali fitomorfi che decorano la fascia sotto tetto inducono però a datare l’affresco al secolo XV.

Continuiamo a camminare lungo la via che nel Basso Medioevo era abitata da famiglie appartenenti alla piccola borghesia: artigiani, commercianti,… Dopo aver superato casa Cima dove visse il famoso pittore rinascimentale Giovanni Battista Cima (Conegliano, 1459/1460 – 1517 circa), la cui famiglia produceva tessuti, fermiamoci davanti alla casa sulla nostra sinistra che presenta tracce di affreschi in facciata. I restauri effettuati alcuni anni fa, infatti, hanno riportato alla luce – sotto diversi strati di intonaco – elementi fitomorfi disposti a losanga e, nella parte superiore, uno stemma al cui centro è raffigurato un “romano”, l’unità di peso utilizzata nella stadera, la bilancia il cui funzionamento si basa sul principio delle leve, probabile allusione alla professione esercitata dagli abitanti della casa.

Al termine della via, all’angolo con via Accademia, incontriamo Casa Sbarra, edificata probabilmente in due fasi dalla fine del XV secolo. La sua facciata era un tempo completamente ricoperta da affreschi di cui risultano ancora chiaramente leggibili quelli protetti dallo sporto del tetto. L’autore potrebbe essere quel Dario da Treviso (1420 circa – Conegliano, prima del 1498), delle cui elevate capacità il nostro territorio conserva molte attestazioni. La fascia decorativa del sottotetto potrebbe essere però di altra mano, da alcuni individuata in Girolamo Pennacchi (cfr. Giuliano Martin, Conegliano affrescata, Vianello Libri, 1989).

Nel Sottoportico si possono ammirare una Sacra Conversazione e una Crocifissione, di cui ancora si discute l’attribuzione.
Scendiamo ora fino in via XX Settembre, l’antica Contrada Granda, e giriamo a destra: il secondo edificio che troveremo è la medievale Casa Biffis: degli affreschi che in origine decoravano tutta la facciata oggi è leggibile solo la fascia sotto il cornicione che presenta elementi tratti dal repertorio classico.

Poco oltre si affaccia sulla via l’attuale Duomo cittadino; la chiesa originale e la sovrastante sala delle adunanze furono però edificate dalla Confraternita dei Battuti nel XIV secolo.
In questo complesso si sono conservate molte opere affrescate: dagli elementi decorativi di fine Quattrocento presenti nelle navate alle immagini di San Lorenzo e Santo Stefano dipinte sui pilastri all’interno della chiesa, dalla lunetta raffigurante La Vergine tra i Battuti sopra la porta di ingresso agli elementi decorativi nel sottoportico. Due però sono i cicli di maggior valore, entrambi realizzati per decorare la sovrastante Sala dei Battuti:
– La facciata rappresenta il più grande affresco parietale di tutto il Veneto. Dipinto alla fine del XVI secolo da Ludovico Toeput detto il Pozzoserrato, un pittore fiammingo che dopo aver lavorato a Venezia con Tintoretto e aver soggiornato a Roma, si stabilisce nella Marca Trevigiana dove realizza importanti opere d’arte. In questa facciata, sopra le Sibille e i Profeti dipinti nelle vele tra gli archi, realizza delle scene tratte da episodi biblici, al centro delle quali pone la raffigurazione dei Battuti che, invocando la Vergine, salvano una nave in balia della tempesta, chiara allusione alle eresie che minavano in quel periodo l’esistenza stessa della Chiesa.
– L’interno della Sala fu invece affrescato da Francesco da Milano con un ciclo raffigurante la storia di Cristo, dalla sua nascita al Giudizio universale. L’abbattimento di una parete necessaria per ampliare l’ambiente richiese l’intervento successivo del Pozzoserrato, che realizzò le scene della Creazione del Mondo, Creazione di Adamo ed Eva e Il peccato originale, mentre sono probabile opera di collaboratori L’Annunciazione, la Visitazione e La Natività dipinte sul lato minore della sala.

Poco più avanti, sempre su via XX settembre, ma dall’altro lato della strada, si affaccia Palazzo Graziani, ora Bidasio Zoppas, il cui recente restauro ha rimesso in luce gli affreschi con elementi decorativi, una scena pastorale e una figura femminile su sfondo rosso realizzati tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo.
Ritornando ora sui nostri passi, all’angolo con Piazzetta XVIII luglio 1866, potremo ammirare Casa Dalla Balla ora Piutti decorata con affreschi cinquecenteschi raffiguranti elementi decorativi e personaggi dai tratti caricaturali.

Superata Piazza Cima e la laterale Via Sbarra – su cui si affaccia l’edifico ex sede dei pompieri, le cui quattrocentesce decorazioni parietali dovevano ingentilire quello che in origine forse era l’antico edificio comunale – ci troveremo accerchiati da case affrescate: sulla nostra sinistra Palazzo Grimani Vettori che sfoggia nella parte superiore il galero cardinalizio e lo stemma della famiglia Grimani, mentre nelle fasce inferiori sono recentemente riemersi scene policrome e monocrome tra cui la Lupa con Romolo e Remo, soggetto appropriato per questa importante famiglia veneziana che aveva vaste proprietà e agganci politici a Roma; alla nostra destra invece si trova Casa Colussi, ex sede dei Cavalieri del podestà, che presenta ancora importanti tracce della decorazione ad affresco che un tempo ricopriva la facciata con scene allegoriche, scomparti floreali e festoni. Recenti restauri hanno riportato alla luce affreschi anche negli ambienti interni.

Sotto il portico si può ammirare un affresco dalla iconografia insolita: sullo stesso largo trono marmoreo con elementi decorativi di gusto rinascimentale siedono una severa Vergine con il Bambino a destra e Il Padreterno che regge il crocifisso a sinistra.

Poco più avanti troviamo a sinistra Palazzo Sarcinelli che presenta nell’androne, nella controfacciata e nel piano nobile affreschi cinquecenteschi, alcuni dei quali attribuiti a Riccardo Peruccolo (Zoppè, tra il 1515 e il 1520 – Conegliano, 1568), sfortunato artista locale condannato ad essere bruciato sul rogo perché ritenuto eretico.

Sul lato opposto della via si affacciano altri palazzi decorati ad affresco, testimoni dell’antica Urbs picta; sono ancora ben visibili infatti le immagine di una giovane donna che legge, di un cavaliere e di Adamo ed Eva.
Poco più a vanti, sul lato sinistro della via si trova l’antico Monte di Pietà, affresca nel 1525 da Ludovico Fiumicelli (1500 ca – 1582) con la Pietà e Angeli reggenti gli strumenti della passione.

Chiude la via – e il nostro itinerario – Porta Monticano o del Leone, così denominata per l’immagine affrescata dal Pordenone nella nicchia batti ponte.

Collezione Peggy Guggenheim riapre le porte al pubblico.

solo per il 2  GIUGNO

L’ingresso dalle 10 alle 18 sarà contingentato e gratuito su prenotazione da effettuare dal 22 maggio al 1 giugno alle 14:

  • Telefonare al numero +39 041 2405440 (lunedì – venerdì, 10-15) specificando la fascia oraria richiesta
  • Scrivere a prenotazioni@guggenheim-venice.it specificando la fascia oraria richiesta

 

La Collezione Peggy Guggenheim è aperta dal 6 giugno il sabato e la domenica dalle 10 alle 18.

PER ACQUISTARE IL BIGLIETTO O PRENOTARE L’INGRESSO
  • Dal 1 giugno la biglietteria online permette di acquistare il biglietto per fascia oraria (con ingresso prioritario al museo).
  • Al museo è possibile acquistare il biglietto solo con carta di credito e bancomat (ingresso in base alla disponibilità rispetto alla massima capienza stabilita dalle nuove regole di sicurezza).
  • I Soci e coloro che hanno diritto a un biglietto gratuito dovranno prenotare specificando giorno e fascia oraria di visita: telefonare al numero +39 041 2405440 (lunedì-venerdì, 10-15); o scrivere a prenotazioni@guggenheim-venice.it

I Musei Civici di Venezia riapertura ai visitatori

Da venerdì 31 luglio aprono al pubblico i seguenti Musei Civici di Venezia con il seguente orario:

Palazzo Ducale tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)

Museo del Vetro di Murano dal giovedì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00 

Museo del Merletto di Burano dal giovedì alla domenica dalle 12.00 alle 16.00

Museo di Palazzo Mocenigo dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00

Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00 (domenica 6 settembre, in occasione della Regata Storica, il Museo chiuderà alle 14.00).

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00

 

Da sabato 1 agosto riapre il primo piano del Museo Correr, tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).

Sempre da tale data sarà possibile visitare il percorso degli Itinerari Segreti di Palazzo Ducale e tornerà in vigore il biglietto I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO valido per Palazzo Ducale e per il percorso integrato del primo piano del Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.

Nel rispetto delle attuali norme per il contenimento dell’emergenza sanitaria, il precorso di visita del Museo Correr è limitato al primo piano.

Informazioni sul percorso espositivo > Da venerdì 4 settembre sarà visitabile il Museo di Casa di Carlo Goldoni dal venerdì alla domenica dalle 12.00 alle 16.00

Da venerdì 11 settembre riapre Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 17.00  

Sarà possibile acquistare il biglietto d’ingresso a Palazzo Ducale on-line. L’acquisto sarà possibile anche presso la biglietteria, dove raccomandiamo l’uso di carte o bancomat ed evitare di utilizzare i contanti.

Fonte: https://www.visitmuve.it/it/aperture-muve/

LUNAR CITY. Un viaggio tra i misteri della Luna all’M9 – Museo del ’900 di Mestre

Era il 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong posava il piede sulla Luna. Da quel giorno è trascorso oltre mezzo secolo nel corso del quale la scienza e la tecnologia sono state protagoniste di un’accelerazione inimmaginabile che hanno cambiato il rapporto dell’uomo con il cosmo.

Nell’anno in cui ricorre il 50esimo anniversario dello sbarco sulla Luna, M9 – Museo del ’900 propone un viaggio coinvolgente tra passato, presente e futuro delle esplorazioni spaziali, in cui divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si incontrano. Dal 20 dicembre 2019 al 3 maggio 2020, M9 – Museo del ’900 aprirà le porte all’esposizione interattiva Lunar City, un vero e proprio viaggio alla scoperta dei misteri e delle curiosità della Luna e del sistema solare attraverso un percorso video-fotografico e immersivo che percorre il passato, ma soprattutto il futuro, dell’esplorazione spaziale.

Curata da Alessandra Bonavina l’esposizione è prodotta e realizzata da M9 – Museo del ’900 e Next One Film Group con il patrocinio di ASI – Agenzia Spaziale Italiana, INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica e Mibac; in collaborazione con NASA – National Aeronautics and Space Administration, Ambasciata Americana in Italia, ESA – European Space Agency e CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche. Durante tutta la durata della mostra M9 organizzerà laboratori didattici rivolti a scolaresche e famiglie.

LA BIENNALE. La settimana di chiusura della 58. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

Inserita nel contesto dei Meetings on Art, e dopo il grande successo ottenuto a maggio con le performance inaugurali, la settimana di chiusura della Biennale Arte 2019 darà vita a una serie di nuove performance con programma giornaliero travolgente.

Il programma amplia il tema della 58. Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo May You Live In Interesting Times, e include artisti che stanno segnando ‘la performance’ di ultima generazione.

«La Mostra May You Live In Interesting Times dà risalto all’arte che esiste tra categorie e generi convenzionalmente accettati – spiega Ralph Rugoff – e mette in discussione le ragioni che stanno dietro il nostro modo di pensare per categorie. Il programma di performance rappresenta questo tipo di approccio, testando le convenzioni estetiche, comportamentali e sociali in un’ampia gamma di eventi.» 

Domenica 24 novembre il Presidente della Biennale Paolo Baratta e il curatore Ralph Rugoff incontreranno i visitatori in una conversazione sulla Biennale Arte 2019.
Al termine del dibattito Paolo Baratta presenterà il volume Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, 1895-2019, che raccoglie informazioni dettagliate su tutte le edizioni dell’Esposizione Internazionale d’Arte dal 1895, anno della sua fondazione, ad oggi. Il volume, edito dalla Biennale di Venezia, è a cura dell’Archivio Storico della Biennale.

PROGRAMMA

PERFORMANCE

Domenica 17 novembre

Arsenale, Teatro alle Tese 2, ore 15.00
Tarek Atoui – Mirror Reverse (2019, 50’/60’)
Con Mirror Reverse, Tarek Atoui presenta un brano di 20 minuti che si ripete due volte e sul quale due interpreti/improvvisatori cambiano ruoli e strumenti a ogni ciclo. Il punto di partenza di questo pezzo è Quote from the Reverse Collection, il progetto di Atoui attualmente in mostra della Biennale Arte 2019. Prune Bécheau e Adrian Smith improvviseranno insieme alle registrazioni audio della Reverse Collection e suoneranno l’Hybrid Violin, uno strumento di Leo Maurel, parte del progetto di Atoui.

 

Venerdì 22 novembre e sabato 23 novembre
Arsenale, Teatro alle Tese 3
Performative lectures
Una serie in tre parti di conferenze performative e sessioni di ascolto che affrontano i temi della bio-politica e più ampie questioni ecologiche.

11.30 > 12.30
Parte I
Bo Zheng – Plant Sex Workshop (2019, 25’)
Vivian Caccuri – Mosquitoes Also Cry e The Fever Hand (2018/2019, 25’)

13.00 > 14.00
Parte II
Cooking Sections – CLIMAVORE: On Tidal Zones (2018, 25’)
Vivien Sansour – Autonomia (2019, 25’)

14.30 > 15.30
Parte III
Invernomuto – Black Med: Chapter IV (sessione d’ascolto, 2019, 50’)

Teatro Piccolo Arsenale
18.15
Paul Maheke, Nkisi e Ariel Efraim Ashbel – Sènsa (2019, 30’)
Attraverso il suono, la luce e il movimento, Sènsa mette in evidenza geografie diasporiche, lo spostamento della conoscenza e le domande sulla visibilità e invisibilità del corpo nero nello spazio pubblico.

 

 

MEETINGS ON ART

Domenica 24 novembre
Arsenale, Teatro alle Tese
11.30
Conversazione tra Paolo Baratta e Ralph Rugoff
a seguire
Presentazione del volume Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, 1895-2019
Paolo Baratta presenta l’Annuario Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, 1895-2019, edito dalla Biennale di Venezia, a cura dell’Archivio Storico della Biennale.

Breathless. L’arte contemporanea di Londra fa tappa a Ca’ Pesaro fino a Marzo 2020

L’arte contemporanea di Londra fa tappa al museo d’arte moderna di Ca’ Pesaro che fino al 1 Marzo 2020 ospita la mostra “Breathless“. Una quarantina di opere – alcune appositamente commissionate per Ca’ Pesaro – di 10 e più artisti emergenti che lavorano a Londra e si esprimono con diversi media, con produzioni inedite e site specific.

A oltre vent’anni dal successo planetario di Sensation del 1997, il critico Norman Rosenthal porta in laguna l’arte londinese del XXI secolo. Dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, all’installazione, fino alla performance: le produzioni che si avrà l’occasione di vedere sono perlopiù inedite e in molti casi interventi site-specific per delineare il paesaggio culturale londinese contemporaneo, nell’evoluzione post anni ’90 e nella stringente attualità dei suoi più innovativi interlocutori.

Le opere provengono dalle collezioni del British Council, dell’Arts Council e delle gallerie e studi d’artista.

Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934 in mostra fino al 28 Luglio sull’Isola di San Giorgio Maggiore

E’ il primo tributo internazionale a  Maurice Marino, grande artigiano del vetro, protagonista di una rivoluzione, nella tecnica quanto nel gusto. Parliamo di Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934, mostra curata da Jean-Luc Olivié Cristina Beltrami, e organizzata da LE STANZE DEL VETRO in collaborazione con il Museo di Arti Decorative di Parigi (MAD) aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dal 25 marzo al 28 luglio 2019. Attraverso un percorso di220 pezzi unici – provenienti principalmente da musei internazionali – la mostra darà conto dell’evoluzione stilistica di questo straordinario quanto schivo artista-artigiano che abbandonerà la produzione dei suoi oggetti in vetro nel 1934 quando la vetreria di Bar-sur-Seine chiude a causa di difficoltà economiche.

Ai vetri sono affiancati 115 disegni, tra schizzi e progetti per oggetti e per allestimenti, provenienti da differenti musei francesi, in particolare dal Museo di Arti Decorative di Parigi (MAD), e dai Musei Nazionali Reali di Bruxelles.

L’artista.

Infaticabile sperimentatore, Marinot ha inventato formule di lavorazioni della materia emulate nei decenni a venire. La mostra Maurice Marinot. Il vetro, 1911-1934 farà scoprire una figura fondamentale per la storia del vetro moderno e contemporaneo ancora non pienamente conosciuta dal grande pubblico. Dopo una formazione parigina, la sua carriera prende avvio come pittore fauve, esponendo sovente col gruppo, ma è col vetro, al quale si avvicina quasi casualmente nel 1911, che trova la via della sua unicità. 

Marinot comincia a decorare a smalto alcuni oggetti prodotti dalla vetreria industriale di alcuni amici a Bar-sur-Seine, nella regione dell’Aube. Già queste prime prove presentano una forte unicità, poiché distanti da modelli precedenti e perché i motivi decorativi scelti dialogavano con eventuali anomalie della materia. Prende parte dunque al Salon del 1912 e dall’anno seguente inizia ad essere rappresentato dalla prestigiosa Galleria Hébrard (1913). Il rapporto col vetro diviene negli anni sempre più fisico, quasi una lotta a due con la materia. Marinot arriva a padroneggiare la tecnica e, a partire dal 1922-1923, soffia egli stesso creando pezzi unici dalle forme originali e dalle colorazioni raffinatissime. Passa da forme pulite dalle superficie lisce, che giocano con le bolle d’aria sospese nello spessore, a flaconi e vasi che incide con tagli profondi, o corrode con lunghi passaggi nell’acido. Anche quando mantiene il vetro trasparente, sottolineando la fluidità della massa lavorata a caldo, permane una forte sensualità tattile. Marinot ha letteralmente inventato un nuovo tipo di vetro, spesso, pesante e come egli stesso lo definì “carnoso”, confermandosi come un modello per designer e maestri vetrai.

Ca’ Pisani: il ‘900 ritrovato, tra oggetti e giocattoli futuristi in mostra fino al 27 Agosto

Una bellissima raccolta di oggetti quotidiani e un’originale collezione di giocattoli, tra futurismo e art déco sono i protagonisti della mostra “Ca’ Pisani: il ‘900 ritrovato” che dal 27 marzo al 27 agosto 2019 è ospitata dal Ca’ Pisani Design Hotel di Venezia, il primo hotel di design di Venezia, appartenente alla famiglia Serandrei, da generazioni nel settore dell’hotellerie veneziana. Un percorso espositivo suddiviso in due distinte collezioni: la prima, “Oggetti del quotidiano tra futurismo e art decò”, è nata dall’attenta selezione di Maurizio Marzadori, collezionista ed Antiquario, fondatore di Freak Andò; l’altra sezione, “Giocattoli futuristi e del Novecento”, comprende opere che sono già state esposte in prestigiosi musei, quali ad esempio il MOMA di New York nel 2012, la Triennale di Milano nel 207/2018 ed il Museo archeologico di Bologna nel 2003; nel suo complesso, però, l’esposizione ha l’intento di far riflettere su ciò che ha significato tale periodo delle arti decorative e sulla portata sociale delle principali correnti del tempo, quali Futurismo, razionalismo, Decò, Aerodinamica, fino ai primi anni ’50 del Novecento. Pronti per una vera scorribanda nelle atmosfere artistiche del secolo scorso?

“Capire il Novecento. Papa re e popolo sovrano”. All’M9 – Museo del ‘900 fino al 23 Marzo

Papa Re e popolo sovrano, un ciclo di incontri firmati M9 – Museo del ‘900 che a 90 anni dalla firma dei Patti Lateranensi, riporta l’attenzione  sul tema Stato, Chiese, religioni e società italiana, tornando a ragionare sul rapporto tra istituzioni laiche, cristiane e gli altri credi in Italia tra il secolo scorso ed oggi.

3 sono gli appuntamenti che riempiono il calendario di Marzo 2019:

  • 2 marzo, alle ore 11
    Tutto o niente: i cristiani d’Italia dall’Unità a oggi 
    Lectio di Alberto Melloni
  • 16 marzo, alle ore 11
    90 anni di Concordati
    Una conversazione tra Chiara Saraceno, Francesco Margiotta Broglio e Cesare Mirabelli
  • 23 marzo, alle ore 11
    Tramonto del Cristianesimo? 
    Un dialogo tra Enzo Pace e Piero Stefani

INFO UTILI
Tutti gli incontri si terranno nell’Auditorium di M9, con inizio alle ore 11.00.
L’ingresso è libero fino ad esaurimenti dei posti.
Per informazioni si può telefonare al numero 041 3036325

CANALETTO E VENEZIA. Aperta fino al 9 giugno 2019 la mostra sul protagonista del Settecento veneziano

Particolarissimo pittor di vedute, al quale e nella intelligenza, e nel gusto e nella verità, pochi tra gli scorsi e nessuno tra i presenti si può trovar che si accostino.” (Anton Maria Zanetti)

Un omaggio alla Venezia settecentesca e all’opera del suo artista più illustre, Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il Canaletto torna a splendere nelle sale di Palazzo Ducale nella mostra “CANALETTO A VENEZIA” aperta fino al 9 Giugno 2019.

LA MOSTRA.

La mostra parte dall’affacciarsi nei primi anni del ‘700, una stagione artistica di grande complessità e valore, di eccellenze nel campo della pittura, della scultura, delle arti decorative, un secolo di enorme vitalità e grandi cambiamenti, nel linguaggio dell’arte, nella storia delle idee e delle tecniche, nella vita sociale.

Anni in cui una nuova forma artistica rompe i legami con il rigore del Classicismo e con la teatralità del Barocco, in cui il colore prende il sopravvento sul disegno.

Luca Carlevarijs pone le basi del vedutismo veneziano, Rosalba Carrera rinnova l’arte del ritratto. Due giovani coetanei dipingono opere in cui la luce acquista valenza fondante, costitutiva: Giambattista Tiepolo con pennellate aggressive in composizioni dinamiche, Canaletto nella pittura di vedute, lo stile di entrambi si farà poi più controllato e nitido.

Il viaggio prosegue con la pittura di costume di Pietro Longhi, l’esplosione del vedutismo, la pittura di storia e quella di paesaggio, il capriccio. E la grande stagione dell’incisione, che diversi sperimentano, e di Giambattista Piranesi. Il racconto di questo secolo è anche quello della presenza europea della Serenissima e del viaggiare dei suoi artisti. Mentre anche l’arte vetraria di Murano vive i suoi fasti, con l’oreficeria e la manifattura di porcellane. Protagonisti di fine secolo sono Francesco Guardi e Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.

Nelle vedute di Guardi il linguaggio pittorico, tremolante e allusivo, lontano dalle solari certezze di Canaletto, sembra evocare una Venezia in disfacimento, mentre il tempo del vivere felice e aristocratico lascia il posto a un popolo di irriverenti Pulcinella, dove tutti sono liberi e uguali, e sullo sfondo la rivoluzione infiamma la Francia. Il secolo dei lumi, e il percorso espositivo, si chiude con l’affermarsi del Neoclassicismo, su tutti giganteggia Antonio Canova.

INFO UTILI. Orari e aperture: dal 1/11 al 31/03 8.30 – 17.00 dal 1/04 al 31/10 8.30 – 18.30 Biglietto: intero: 13€, ridotto: 11€

Da Kandinsky a Botero. La mostra di Palazzo Zaguri aperta fino al 30 Settembre 2019

Un polo espositivo permanente, un punto di riferimento dove l’espressione artistica, in ogni sua declinazione, trova dimora attenta e consapevole. Palazzo Zaguri si affaccia al panorama culturale italiano con esposizioni uniche e originali, ricche di complessità e sentimento: l’Arte si racconta, facendosi amare con forme espressive spesso sconosciute ai più, ma dotate di grande fascino ed energia. Nasce da qui sia la precedente mostra sui segreti della Serenissima Repubblica, sia l’esposizione attuale, “Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo”, con gli arazzi di Ugo Scassa opere d’arte immortali, spesso e volentieri addirittura più incisive e affascinanti del quadro da cui traggono ispirazione. La pennellata riprodotta con un intreccio di cinque fili in un’unica matassina, fanno degli arazzi di Palazzo Zaguri un patrimonio italiano unico al mondo. L’intuizione di far dialogare cinquanta arazzi con altrettante opere d’arte contemporanea, in un sottilissimo filo conduttore che parte da testimonianze egizie, si intreccia con i lavori di giovani artisti emergenti, passa per il genio immortale di Aricò e Gribaudo, portano il visitatore a vivere in un continuum spazio temporale dove tutto è Uno. In una parola, Arte. Ma l’arte non è solo visiva, e soprattutto è patrimonio universale. Ecco quindi la volontà di Palazzo Zaguri di aprire le porte ai percorsi sensoriali, con massima attenzione al sociale, grazie alla neonata collaborazione con la sezione veneziana dell’Unione Italiana Ciechi, che potrà “vedere” con le mani, gratuitamente, ogni opera esposta, compreso il telaio ad alto liccio dove ancora oggi Franca, cognata di Ugo Scassa, mostra al mondo la meravigliosa arte dell’ultima arazzeria italiana ancora funzionante. Un progetto che è condiviso da molti musei nel mondo, primo tra tutti il British Museum di Londra, che offre ai non vedenti la possibilità di vedere con le mani la propria collezione di reperti egizi.    

VILLA PISANI. Visita guidata domenica 3 Febbraio

 

La prenotazione è obbligatoria alla visita guidata di Villa Pisani “La Nazionale” a Stra (Ve) organizzata dell’associazione culturale A.R.K.A. per domenica 3 Febbraio 2019. Il tour di quella che è considerata una delle perle della riviera del Brenta avrà luogo con un minimo di 20 ed un massimo di 30 partecipanti.

Da non perdere l’occasione di visitare la villa entrando gratuitamente, come ogni prima domenica del mese, e approfittando dell’occasione di ascoltare le guide dell’associazione raccontare storia e segreti di questo capolavoro di architettura della “Regina delle ville venete”che ha ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori ed oggi è un museo nazionale che conserva arredi e opere d’arte del Settecento e dell’Ottocento, tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo “Gloria della famiglia Pisani”, affrescato sul soffitto della maestosa Sala da Ballo.

INFO UTILI.
Sono 2 i turni di visita previsti, uno alle ore 10.00 ed alle ore 14.30 con appuntamento alla porta principale di Villa Pisani (Via Doge Pisani 7, 30039 Stra, Venezia).
La visita avrà una durata di circa 1 ora e 30 minuti ed è richiesto un contributo di 5€ a persona. Info e prenotazioni entro Sabato 02/03/19 alle ore 13.00 al 3472103368 oppure a claudia@assoarka.it

 

La Fabbrica della Scienza. Fino al 5 Maggio la grande mostra scientifica interattiva a Jesolo

E’ la più grande mostra interattiva scientifica per bambini e adulti, famiglie e scuole.

Ha aperto a fine Dicembre e fino al 1 Maggio 2019 “La Fabbrica della Scienza” è la mostra che darà la possibilità ad adulti e piccini di divertirsi e scoprire attraverso la scienza. Sono oltre 100 le macchine interattive relative a temi come CORPO UMANO, ACQUA, MATEMATICA, ILLUSIONI, ELETTRICITÀ, SUONO e FORZE che potranno essere sperimentate in prima persona apprendendo le più importanti leggi della natura.

Dopo “Egitto, dei faraoni, uomini”, una nuova grande esibizione è arrivata al Lido di Jesolo grazie a Monica Montellato, titolare di Aquarium & Reptilarium… un motivo in più per una gita al mare anche quando non si può ancora fare il bagno!

 

INFO UTILI.
Biglietto: intero 14 euro; ridotto 12 euro; ridotto bambini (dai 4 ai 14 anni) 9 euro; promozione famiglia 2+1 35 euro; promozione famiglia 2+2 40 euro
Giorni e orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00)

Colapesce all’M9 con lo spettacolo “Isola di fuoco” sabato 22 Dicembre

Mi sono immerso per settimane negli incredibili documentari e lungometraggi di Vittorio De Seta insieme ai miei amici Mario Conte (artista/producer) e Federico Frascherelli (regista/cinefilo) […] Abbiamo sonorizzato parte dei suoi lavori e inseriremo delle versioni esclusive di alcune mie canzoni riarrangiate appositamente per l’evento.” Racconta così il cantautore siciliano Colapesce che sabato 22 dicembre, alle ore 21, porterà in scena nell’Auditorium M9 di Mestre ‘Isola di Fuoco’, spettacolo da lui ideato: “Non un normale show di canzoni, ma un vero e proprio concerto per visioni in cui la musica si fonde con le immagini, i suoni, i rumori e le parole del regista palermitano Vittorio De Seta”. Nello spettacolo, la musica incontra le immagini di Vittorio De Seta, padre del documentario italiano che con tanta poesia riuscì a cristallizzare tradizioni, usanze e riti del Sud Italia. “Isola di fuoco” è il titolo di uno dei suoi film più suggestivi, girato a Stromboli, con il quale fu premiato al Festival di Cannes nel 1955. Sin dalla pubblicazione del suo primo album da solista, Un meraviglioso declino, Lorenzo Urciullo si è imposto nella nuova scena cantautoriale italiana attraverso una scrittura limpida ed evocativa, un amore dichiarato per la Sicilia – sua terra natia – e una particolare attenzione al rapporto della sua musica con l’immagine video. Tutti elementi non a caso presenti e fusi in questo evento per costruire un dialogo tra parole e immagini, documenti e musica o, forse, tra due modi differenti di narrare la Sicilia e il mondo. INFO UTILI. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

M9, il Museo del Novecento di Mestre è pronto per l’inaugurazione sabato 1 Dicembre

Un importante progetto di rigenerazione urbana che Fondazione di Venezia ha realizzato ispirandosi alle più innovative esperienze europee: M9, il Museo del Novecento di Mestre è pronto per la sua grande inaugurazione che avverrà sabato 1 Dicembre con un cartellone di eventi che va dal taglio del nastro ufficiale al mattino al grande party serale col dj set di Spiller, passando per innumerevoli eventi multimediali, danze verticali, musica, robot che fanno i pittori. Per l’occasione assieme al presidente Giampietro Brunello e al consiglio generale della fondazione e all’amministratore delegato di Polymnia, Valerio Zingarelli, ci saranno anche gli architetti Sahuerbruch e Hutton che hanno firmato il progetto architettonico. Il party. Una festa spettacolare per tutti i cittadini tra spettacoli, musica, eventi per festeggiare tutti assieme il museo. Dalle 19 alle 23 nel Chiostro M9 ci sarà spazio per “ArtBot ritratti robotici” dove i robot, in pochi istanti, realizzano un ritratto da portare a casa. Alle 19.15 nella Corte dell’Albero appuntamento con le danze verticali sulle piastrelle delle pareti del museo con “Wall Movers” della Compagnia Il Posto e Marco Castelli Small Ensemble. Dalle 20 alle 21, all’Auditorium M9 c’è “Ciak si suona!”, colonne sonore suonate dal vivo dal quintetto di musicisti del gruppo Architorti mentre sullo schermo passano i film più belli del Novecento. Dalle 21.30 alle 22, sempre all’Auditorium M9, ecco “Exaland- Spime.im”, uno show di tecnologia, arte tridimensionale e musica elettronica per «tessere esperienze audio-video immersive, che esplorano i confini dell’identità, della corporeità e della percezione» con l’attività del collettivo Spime.im. Dalle 21 fino alle 23 el chiostro di M9, invece, va in scena il dj set di Spiller e il suo groove seventies che farà ballare i fan di ieri come quelli di oggi.

WILLY RONIS. La retrospettiva del grande fotografo in mostra ai Tre Oci fino al 6 Gennaio 2019

120 immagini vintage tra cui una decina inedite dedicate a Venezia. E poi documenti, libri e lettere mai esposti prima d’ora. Dal 6 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, la Casa dei Tre Oci di Venezia rende omaggio al grande fotografo francese Willy Ronis con la più completa retrospettiva dedicata al grande fotografo francese in Italia. L’esposizione, curata da Matthieu Rivallin, coprodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministry of culture – France, con la partecipazione della Fondazione di Venezia, organizzata da Civita Tre Venezie, presenta  una raccolta di immagini in grado di ripercorre l’intera carriera di uno dei maggiori interpreti della fotografia del Novecento e protagonista della corrente umanista francese, insieme a maestri quali Brassaï, Gilles Caron, Henri Cartier-Bresson, Raymond Depardon, Robert Doisneau, Izis, André Kertész, Jacques-Henri Lartigue e Marc Riboud. Pur non essendo un movimento codificato da un manifesto programmatico, quello umanista dimostrava il suo interesse verso la condizione umana e la quotidianità più semplice e umile, per scoprirvi un significato esistenziale universale. Attraverso le sue immagini, Ronis sviluppa una sorta di micro-racconti costruiti partendo dai personaggi e dalle situazioni tratte dalla strada e dalla vita di tutti i giorni, che lo portano a estasiarsi davanti alla realtà e a osservare la fraternità dei popoli. Se è vero che le sue fotografie corrispondono, in una certa misura, a una visione ottimista della condizione umana, Ronis non ne cela l’ingiustizia sociale e s’interessa alle classi più povere. La sua sensibilità nei confronti delle lotte quotidiane per la sopravvivenza in un contesto professionale, familiare e sociale precario, rivela che le sue convinzioni politiche, militante comunista, lo conducevano a un impegno attivo, attraverso la produzione e la circolazione di immagini della condizione e delle lotte operaie. Sebbene la maggior parte delle sue immagini più riprodotte siano state scattate in Francia, sin dalla sua giovinezza Ronis non ha smesso di viaggiare e fotografare altri luoghi. Il suo stile resta intimamente legato al suo vissuto e al suo modo di intendere la fotografia. Non esitava, infatti, a rievocare la sua vita e il suo contesto politico e ideologico. I suoi scatti e i suoi testi raccontano un artista desideroso prima di tutto di esplorare il mondo, spiandolo in segreto, aspettando pazientemente che esso gli sveli i suoi misteri. Ai suoi occhi è più importante ricevere le immagini che andarle a cercare, assorbire il mondo esteriore piuttosto che coglierlo e, da qui, costruire la sua storia. INFO UTILI. Aperto dalle 10.00 alle 19.00 (tranne il martedì) Intero 12 € Ridotto 10 € (studenti under 26 anni, over 65, titolari di apposite convenzioni) Ridotto speciale 8 € Scuole 5 € Gratuito: bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, disabili e accompagnatore, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tessera, guide turistiche

#Domenicalmuseo, musei gratis domenica 2 Dicembre

Questo 2 Dicembre sarà speciale per gli appassionati di cultura museale perché, come ogni prima domenica del mese, torna #Domenicalmuseo,  iniziativa promossa dal Ministero dei Beni Culturali che apre le porte gratuitamente nei musei e nei siti archeologici più importanti d’Italia. 

Le strutture di Venezia e provincia coinvolte sono:

Museo nazionale di Villa Pisani
via Doge Pisani, 7 – Stra
Orario: Martedì-Domenica: Aprile-Settembre 9.00-20.00; 1-28 Ottobre 9.00-18.00; 29 Ottobre-Marzo 9.00-17.00
Chiusura settimanale: Lunedì
Museo archeologico nazionale Concordiese
via Seminario, 26 – Portogruaro
Orario: Lunedì-Domenica 8.30-19.30
Museo archeologico di Quarto d’Altino
via S. Eliodoro, 56 – Quarto d’Altino
Orario: Martedì-Domenica 8.30-19.30; Lunedì 8.30-13.30 Chiusura settimanale: Lunedì pomeriggio
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
Cannaregio, 3932 – Venezia
Orario: I PIANO Lunedì 8.15-14.00; Martedì-Domenica 8.15-19.15; II PIANO Martedì-Domenica 10.00-18.00 Chiusura settimanale: Lunedì pomeriggio. Prenotazione: Facoltativa (Telefono: +39 041 5200345; Sito web: www.cadoro.org)
Gallerie dell’Accademia
Dorsoduro – Venezia
Orario: Lunedì 8.15-14.00; Martedì-Domenica 8.15-19.15
Museo d’arte orientale
Santa Croce, 2076 – Venezia
Orario: Martedì-Domenica: Novembre-Marzo 10.00-17.00; Aprile-Ottobre 10.00-18.00 Chiusura settimanale: Lunedì
Museo di Palazzo Grimani
Castello, 4858 – Venezia
Orario: Martedì-Domenica 10.00–19.00 Chiusura settimanale: Lunedì; Prenotazione: Facoltativa (Telefono: +39 041 5200345; Sito web: www.palazzogrimani.org)
Museo nazionale di archeologia del mare
strada Nuova, 80 – Caorle
Orario: Venerdì, Sabato, Domenica 15.00-23.00; dal 15 Settembre: Venerdì, Sabato, Domenica 9.00-17.00 Chiusura settimanale: Lunedì-Giovedì

OSVALDO LICINI. La mostra “Che un vento di follia totale mi sollevi” alla Peggy Guggenheim Collection

Alla XXIX Biennale di Venezia del 1958 l’artista marchigiano Osvaldo Licini (1894 – 1958) fu insignito del Gran Premio per la pittura, un dovuto omaggio a una delle personalità più originali del panorama artistico italiano della prima metà del XX secolo. A 60 anni da quel prestigioso riconoscimento e dalla sua scomparsa, il museo ricorda il grande maestro con una retrospettiva a cura di Luca Massimo Barbero visitabile fino al 14 gennaio 2019.

La mostra.
11 sale espositive, oltre 100 opere, ripercorrono il dirompente quanto tormentato percorso artistico di Licini, la cui carriera fu caratterizzata da momenti di crisi e cambiamenti stilistici apparentemente repentini.

La mostra si apre con le tele giovanili, quei paesaggi marchigiani da cui Licini non si staccò mai, soprattutto pittoricamente, tanto da farne il soggetto della sua prima fase figurativa degli anni ’20, a cui appartengono opere come Paesaggio con l’uomo (Montefalcone), del 1926 e Paesaggio marchigiano (Il trogolo), del 1928. E sono queste stesse vedute a fare da sfondo anche alla successiva transizione dal realismo all’astrattismo dei primi anni ‘30, come si può già notare in Paesaggio Fantastico (Il Capro) del 1927. Si prosegue poi con la fase non figurativa degli anni ’30, anni dell’inevitabile coinvolgimento dell’artista nelle attività della Galleria “Il Milione”. Il linguaggio astratto di Licini è atipico, attento alla geometria, una geometria intrisa di lirismo, evidente in opere come Castello in aria, del 1933-36, o Obelisco, del 1932. È proprio in “bilico”, titolo e soggetto di varie opere di Licini degli anni ’30, tra i due poli di astrazione e figurazione che si giocano la sua carriera e i grandi capolavori della maturità dedicati ai temi dell’Olandese volante, dell’Amalassunta e dell’Angelo ribelle, tutti soggetti presenti nella mostra veneziana. Le opere più iconiche di Licini, presentate in gruppo alla Biennale di Venezia del 1950, sono tuttavia quelle dedicate al soggetto di Amalassunta. L’ampia selezione di quadri di Amalassunta offerta lungo il percorso espositivo propone le molteplici sfaccettature della personalità di Licini, dal lato lirico e contemplativo a quello più ironico e dissacrante. Nelle opere realizzate dal finire degli anni ’40 in poi convergono tematiche, stilemi e il mai risolto rovello della pittura, che fanno emergere Licini come un grande protagonista del modernismo italiano e internazionale, confermato dal premio conferitogli pochi mesi prima della morte alla Biennale di Venezia del 1958.

 

Info utili.
Aperto tutti giorni, tranne il martedì e il 25 Dicembre, dlle 10 alle 18
Tel: 041.2405.422 /
Tutti i giorni alle 15.30 vengono offerte visite guidate gratuite alla mostra, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo

ARTE, FEDE e MEDICINA. TINTORETTO in mostra alla Scuola Grande di San Marco a Venezia

Sarà visitabile fino al 6 Gennaio 2019 la mostra dedicata al cinquecentenario della nascita di Jacopo Tintoretto nella la Scuola Grande di San Marco che ne celebra la memoria con una mostra che esalta il rapporto tra arte, fede e medicina.

Le origini.
Jacopo e Domenico Tintoretto vissero in una città in costante fermento, Venezia, custode delle proprie tradizioni e tuttavia sensibile agli stimoli esterni, capitale editoriale d’Europa, città promotrice tanto del sapere degli antichi quanto della diffusione delle più moderne conquiste scientifiche. Alcuni dei medici e chirurghi più famosi del tempo erano iscritti alla Scuola Grande di San Marco, dove esercitavano la medicina gratuitamente. Nata come confraternita in cui l’anima dei fradeli era purificata dalle ferite inferte dal flagello, la Scuola venne così a trasformarsi in luogo di cura, affiancando al conforto spirituale l’assistenza sanitaria per i più bisognosi. A ispirare le attività della Scuola furono i miracoli del loro santo patrono, San Marco, le cui gesta furono immortalate da Jacopo e Domenico Tintoretto in un grandioso ciclo pittorico di cui alla Scuola oggi rimangono solo le tele per la cappella. Ponendo lo studio del corpo alla base della loro arte, i due Tintoretto riuscirono a riplasmare la figura dell’Evangelista esaltandone la perfezione delle forme quale specchio delle sue prodigiose capacità curative.

La mostra.
Luogo di cura, devozione e avanguardia artistica
: nella Scuola Grande di San Marco si intrecciano arte, fede e medicina e questo è quello che la mostra esamina. Divisa in 7 sezioni, la mostra indaga le relazioni tra attività devozionali, pratiche mediche, studi anatomici e rappresentazioni del corpo umano, soffermandosi su una varietà irripetibile di opere d’arte, tra cui dipinti, disegni, codici miniati, volumi illustrati, incisioni, matrici da stampa e strumenti chirurgici.

Info utili.
Dal Martedì al Sabato e la prima Domenica del mese dalle 9.30 alle 17:30

Ingresso: 5
Ingresso ridotto (minori di anni 18 e over 70): 3€
Ingresso gratuito per residenti nel Comune di Venezia, guide iscritte nell’Albo della Regione Veneto, degenti ricoverati in Ospedale Civile e il personale dipendente e non dipendente dell’Ospedale Civile

 

HOMO FABER. L’artigianato d’eccellenza in mostra alla Fondazione Cini di Venezia

Crafting a more human future. Questo è lo spirito della mostra “Homo Faber” aperta dal 14 al 30 Settembre alla Fondazione Giorgio Cini e promossa dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, istituzione con sede in Svizzera che si dedica alla promozione della maestria artigiana a livello internazionale.

L’eccellenza della produzione artigianale europea è stata stata scelta accuratamente da un selezionatissimo team di progettisti, curatori e architetti di fama mondiale, personalità di spicco come Michele De Lucchi, Stefano Boeri, India Mahdavi, Judith Clark, Jean Blanchaert e Stefano Micelli, concependo un’esibizione che portasse in scena un’ampia selezione di materiali e discipline, dal gioiello alle biciclette su misura, dalle competenze artigiane che stanno scomparendo ad alcuni degli esempi più rappresentativi dei mestieri d’arte a livello europeo.

Con una superficie di ben 4.000 metri quadri, Homo Faber sarà la più grande mostra mai realizzata presso la Fondazione Giorgio Cini e offrirà ai visitatori l’opportunità di accedere a spazi che normalmente non sono aperti al pubblico.

INFO UTILI
Per accedere all’evento è necessario registrarsi sul sito.

TINTORETTO 1519-1594. La mostra per i 500 anni del grande pittore veneziano

Quale modo migliore per festeggiare i 500 anni della nascita del pittore veneziano Jacopo Tintoretto se non una mostra dal respiro internazionale organizzata in collaborazione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington
Dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 a Palazzo Ducale si omaggia il gigante della pittura europea del XVI secolo, orgoglio veneziano, italiano e mondiale con un percorso espositivo nell’Appartamento del Doge – a cura di Robert Echols e Frederick Ilchman, con la direzione scientifica di Gabriella Belli – in cui si potranno ammirare 50 dipinti e 20 disegni autografi di Tintoretto, prestati dai grandi musei internazionali, unitamente ai famosi cicli realizzati per Palazzo Ducale tra il 1564 e il 1592, visibili nell’originaria collocazione.
L’esposizione permetterà di riscoprire pienamente la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento.
Molti i prestiti eccezionali che arricchiranno la mostra, opere provenienti dai musei italiani e da quelli di Londra – la National Gallery, la Royal Collection, il Victoria and Albert Museum, la Courtauld Gallery – da Parigi, Gent, Lione, Dresda, Otterlo, Praga, Rotterdam. Dal Prado di Madrid arriveranno cinque opere straordinarie, comprese Giuseppe e la moglie di Putifarre (1555 circa), Giuditta e Oloferne (1552- 1555) e Il ratto di Elena (1578- 1579), di oltre tre metri di lunghezza. Susanna e i vecchioni, celebre e fascinoso capolavoro del 1555-1556, giungerà dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e, grazie agli Staatliche Museen di Berlino, si vedrà in mostra il nobile Ritratto di Giovanni Mocenigo (1580 circa). E poi importanti opere dall’America: da Chicago a New York, da Philadelphia a Washington. Emblematici e rivelatori sono i due autoritratti con cui si apre e si chiude il percorso espositivo, eseguiti uno all’inizio e uno alla fine della carriera di Jacopo e prestati rispettivamente dal Philadelphia Museum of Art e dal Musée du Louvre.
INFO UTILI
Orari museo: 8.30 – 19.00  (dal 01/11/18 al 31/03/19 la chiusura è anticipata alle 17.30). Ingresso: 13€ (riduzioni nel sito).

Giulia Lama. Gli studi di nudo della poetessa e pittrice fino al 3 Settembre a Ca’ Rezzonico

E’ visitabile fino al 3 Settembre a Ca’ Rezzonico la mostra sugli studi di nudo settecenteschi di Giulia Lama,  poetessa e pittrice  di primo piano all’epoca oltre a Rosalba Carriera.
GIULIA LAMA
Figlia d’arte – suo padre, Agostino, era pittore lui stesso oltre che mercante d’arte e perito – a dispetto delle sue colleghe impegnate nella produzione di generi “femminili” come il ritratto o la miniatura, Giulia si cimentò nella pittura di storia, con grandi composizioni affollate. La sua estetica, lontana da visioni prettamente decorative o intrise di calda sensualità, si qualifica nelle raffigurazioni dal forte risalto plastico ed espressivo, violente nella loro gestualità e nell’uso del colore, in sintonia con quanto diffuso in quegli anni a Venezia da Giambattista Piazzetta.

LE OPERE
Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Correr possiede una splendida selezione delle sue opere grafiche, tutti studi di nudo tratti dal vero: una prassi non certo convenzionale per una donna dell’epoca, che tuttavia ci rivela appieno una personalità autonoma e anticonformista. Alcuni di questi fogli, restaurati per l’occasione, sono esposti ora per la prima volta.

INFO UTILI
Biglietto: 10€, Ridotto: 7,50€, Gratuito per i residenti
Orari: dalle 10 alle 18, chiuso il martedì

La mostra, visitabile con l’orario e il biglietto del museo, rientra nell’ambito del progetto ‘Eppur ci sono! Tre donne intorno al… Settecento veneziano: Luisa, Giulia, Maddalena’, promosso da Vittoria Surian e dalla sua ‘Associazione Culturale Eidos di Venezia’ e, visti i temi trattati, il progetto è entrato a far parte anche della più ampia rassegna ‘Venezia, Città delle Donne’, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.

Art Night 2018

Tutto pronto per la Notte bianca dell’Arte 2018 a Venezia: il 23 giugno prende il via l’Art Night

Tutti a Venezia sabato 23 giugno 2018 per Art Night, iniziativa ideata e coordinata dall’università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia, da tempo entrata nel calendario ufficiale delle Notti europee dell’arte. Come sempre è L’arte libera la notte lo slogan e il tutto avrà inizio a Ca’ Foscari alle 18: da quel momento tutte le sedi museali, le librerie, le scuole, le chiese, gli istituti, i palazzi veneziani si animeranno. Ampia la scelta di eventi cui partecipare: dalla visita guidata al Casino venier, a quella “Venezia ExtraOrdinaria. I grandi della Serenissima” alla Basilica di S. Giovanni e Paolo (ore 19.30), alla Casa dei Tre Oci straordinariamente aperta con percorsi guidati alle 18.30 e 20.30; alla chiesa della Zitelle si va alla riscoperta della Venezia nascosta con “Hidden Jewels od Venice”, mentre l’ingresso sarà gratuito alla Collezione Peggy Guggenheim con visite gratuite che non è necessario prenotare. La manifestazione si estende anche in terraferma: alla Nuova Piazzetta Toniolo la video-installazione “Verifica 8+1”, al Candiani il concerto “OoopopoiooO” alle 18.30 e un fitto programma a seguire. La maggior parte degli eventi sono gratuiti ma alcuni richiedono la prenotazione. Vi consigliamo di prenotare scaricando l’elenco degli eventi e scegliendo quelli che vi interessano qui:  Programma_Generale_2018

Lazzaretto Nuovo, apertura straordinaria domenica 10 Giugno per i 550 anni

Tra le tante cose da fare a Venezia e che ancora non hai fatto non può mancare una visita al Lazzaretto Nuovo.

Il caso vuole che domenica 10 Giugno, in occasione dei 550 anni dall’istituzione del Lazzaretto di “quarantena” da parte della Repubblica di Venezia e i 30 anni dall’inizio dei restauri ministeriali e delle attività di ricerca a cura dell’Archeoclub di Venezia, questo sarà aperto e visitabile grazie ai volontari delle associazioni Ekos Club Onlus e Archeoclub d’Italia Sede di Venezia.

Oltre alla consueta visita guidata dell’isola, che comprende il percorso storico all’interno della cinta muraria fra edifici monumentali e la passeggiata naturalistica esterna lungo il vecchio giro di ronda militare, saranno possibili alcune iniziative speciali, quali l’inaugurazione della mostra sul Progetto di valorizzazione del Lazzaretto Nuovo nel Casello da Polvere Est, la visita allo Scavo antropologico dell’antico Campo Santo, i mestieri tradizionali in Tezon Grande con un approfondimento sulla pesca in laguna e le imbarcazioni tradizionali e il nuovo allestimento del percorso naturalistico.

INFO UTILI.
Prenotazione online obbligatoria.

ASSUNTA. Gli eventi per la celebrazione dei 500 anni dell’opera di Tiziano ai Frari

Dal 1518 al 2018.
Questi tutti gli eventi in calendario per la celebrazione dei 500 anni dell’Assunta di Tiziano alla Basilica dei Frari

4 maggio
Concerto di apertura

ore 21:00 Coro Cantori Veneziani
Visioni Sonore

16 maggio
Evento inaugurale

ore 20:30 Paola Marini, direttrice delle Gallerie dell’Accademia,
racconta l’Assunta di Tiziano

19 maggio
Compleanno dell’Assunta
All day Open day con visite guidate gratuite
Servizio filatelico di Poste Italiane con annullo speciale
ore 18:30 Santa Messa solenne
presieduta da Mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia

4 luglio
Concerto corale

ore 21:00 Coro del Teatro La Fenice di Venezia
Maestro del coro Claudio Marino Moretti

15 agosto
Concerto nella Festa dell’Assunta

ore 16:00 Solisti della Cappella Marciana
Vespri dell’Assunta di Claudio Monteverdi

SOSTANZA D’ACQUA, I canali della Serenissima fino al 6 Luglio presso la Fondazione Bevilacqua La Masa – Palazzetto Tito

Venezia, luogo d’acqua, luce e terra tremula.
Questa l’idea che unisce 7 artiste di abilità differenti intorno a un progetto complesso e di largo respiro, quello di “Sostanze d’Acqua – I canali della Serenissima” in mostra alla Fondazione Bevilacqua La Masa – Palazzetto Tito dal 28 Maggio al 6 Luglio.

I nastri liquidi dei canali sono il palcoscenico sul quale tutte quante  – Carmela Cipriani, Claudia Corò, Paola Madormo, Peggy Milleville, Luana Segato, Marialuisa Tadei e Elisabetta Zanutto –  si cimentano dicendo il proprio amore per la Serenissima cui tributano il ruolo di musa. La mostra, curata da Anna Caterina Bellati, si dipana attraverso metodologie e scelte artistiche che spaziano dalla pittura morbida su tele antiche di Elisabetta Zanutto alla fotografia minuziosa e romantica, stampata su carta cotone, di Carmela Cipriani, passando per le reinvenzioni poetiche dei fondali, fissati su lastra dibond, di Marialuisa Tadei. E ancora la ricerca minimalista di Luana Segato che rincorre le anse del Canal Grande intagliato su tessuti dipinti, dove trame cucite con fili grossi e prepotenti tengono insieme le due rive. E poi l’installazione intelligente e aerea di Paola Madormo che ricostruisce molecole d’acqua con fili metallici e dentro imbriglia pesci e plancton, alghe e minuscoli animali di fondale. Alla ricerca di un’acqua perduta. Per passare alle figure impalpabili di Claudia Corò che sulla primigenia mappa della città ridisegna e suggerisce vite passate e sogni futuri di pescatori di laguna. Mentre Peggy Milleville, scultrice, manda a spasso lungo le fondamenta le sue sculture ispirate a personaggi che paiono ombre tratte da dipinti di Tintoretto.

Il tema è dunque l’architettura reale e mentale di un luogo che come nessun altro al mondo e attraverso i secoli ha riempito gli occhi e le mani di centinaia di artisti. Quel controcanto, ancora, arriva diritto sin qui.

INFO UTILI.
Ingresso gratuito
Aperto da lunedì a venerdì dalle 10 all 17
Visite guidate su richiesta
Info: +39 3332468331

BELLINI / MANTEGNA. Capolavori a confronto. Fino al 1 Luglio in mostra alla Fondazione Querini

Ad un primo sguardo sembrano uguali, eppure si capisce che le due opere-specchio hanno “personalità diversissime”. Affascinante, per un profano, cercare le differenze tra le due “Presentazioni di Gesù al Tempio” eccezionalmente affiancate nella  mostra “BELLINI/MANTEGNA. Capolavori a confronto”, ma chi fu l’inventore della meravigliosa composizione? Due capolavori della storia universale dell’arte, l’uno di mano di Giovanni Bellini, l’altro di Andre Mantegna.

Sarà interessante scoprirlo alla mostra proposta dalla Fondazione Querini Stampalia a cura di Brigit Blass-Simmen, Neville Rowley, Giovanni Carlo Federico Villa, con allestimento di Mario Botta, visitabile fino al 1 Luglio 2018.

Bellini, veneziano, e Mantegna, padovano del contado, si conobbero certamente, dato che quest’ultimo sposò la sorellastra del primo. “Ma sarebbe sbagliato – chiarisce Giovanni Carlo Federico Villa, co-curatore dell’esposizione, immaginarli l’uno accanto all’altro intenti nel dipingere questo medesimo soggetto.”  Certo il cartone, la cui realizzazione richiedeva un enorme virtuosismo artistico, “stregò l’uno e l’altro, ma un lasso di tempo non piccolo, una decina di anni, separa i due capolavori”.

Che, sia pure a distanza, si sia trattato di una gara alla massima eccellenza, lo si evince dalla qualità assoluta delle due opere.

E’ un caso probabilmente irripetibile quello che consente, per la prima volta nella storia dell’arte, di ammirare l’una a fianco dell’altra. “E’ l’effetto – sottolinea Marigusta Lazzari, che dell’istituzione veneziana è il Direttore – di una di quelle alchimie che di tanto in tanto si verificano   nella storia. Nel nostro caso, l’impossibile è diventato possibile nel dipanarsi della complessa trattativa che ci ha portato a concedere il prestito del nostro Bellini alla grande mostra su Andrea Mantegna e Giovanni Bellini, che il 1 ottobre 2018 aprirà alla National Gallery di Londra  per poi trasferirsi alla Gemäldegalerie di Berlino il 1 marzo 2019. Il raffronto tra le due “Presentazioni al Tempio” è uno dei cardini di queste mostre. Alla nostra disponibilità al prestito ha corrisposto quella dell’istituzione berlinese e così, in anticipo sulla rassegna londinese, abbiamo l‘emozione di presentare al pubblico italiano e internazionale, in Querini, i due capolavori finalmente affiancati”.

Per accogliere questo magico confronto, la Querini Stampalia ha mobilitato l’architetto Mario Botta per l’allestimento e sta predisponendo un innovativo sistema illuminotecnico.

INFO UTILI.
Apertura: da martedì a domenica, dalle 10 alle 18
Biglietti: Intero  14€ ; ridotto 10€; gratuito fino ai 18 anni compiuti
Tutte le domeniche ingresso gratuito ai residente nel Comune di Venezia

Con lo stesso biglietto è possibile visitare la mostra e scoprire, o riscoprire, gli infiniti tesori della Querini Stampalia, una casa-museo tra le più importanti al mondo.

CASANOVA Museum & Experience. Il primo museo al mondo dedicato al mito casanoviano a Palazzo Pesaro Papafava

Il primo museo al mondo dedicato a Giacomo Casanova.

E’ proprio il Palazzo Pesaro Papafava il luogo in cui sarà possibile addentrarsi nella storia più vera di Giacomo Casanova, vivendo in prima persona il suo mondo, nel suo tempo. Muovendosi per le sale di Palazzo Papafava (Calle de la Racheta 3764 a Cannaregio), tipico palazzo gotico patrizio veneziano del XIV secolo, si godrà di un’esperienza in prima persona delle atmosfere, dei suoni, degli scenari e dei costumi che hanno visto protagoniste le vicende legate all’uomo Casanova ed al suo tempo. Mescolando mitologia e realtà storica, nell’immaginario collettivo il personaggio Casanova è uno dei nomi più rappresentativi nel mondo dell’Italia e della venezianità: custode di un mito senza tempo che rivive tanto tra calli e campielli quanto nei palazzi e nelle corti settecentesche di mezza Europa. Di lui resta una produzione letteraria molto vasta ma viene principalmente ricordato come avventuriero amoroso e sfrontato figlio della serenissima. Ma l’uomo Casanova non è solo questo.

Casanova Museum & Experience è un’esposizione che punta ad andare oltre il mito casanoviano, raccontandone la storia più vera oltre le luci della ribalta della Venezia settecentesca, svelandone la fragilità, fatta di solitudine ed insicurezze, rendendo Casanova un personaggio eclettico e complesso ancor oggi. Dagli scritti che lo vedono protagonista, fino ai suoi stessi documenti autografi, passando per oggetti e abiti originali dell’epoca, vengono estrapolati i momenti più significativi della vita di Giacomo. Mescolando esperienze virtuali ed ambienti immersivi, alternando exhibit interattivi, momenti di visione collettiva e di fruizione individuale, verrà assicurata al visitatore un’esperienza variegata, emozionante e coinvolgente.

Un’esperienza che condurrà il visitatore in 6 aree alla scoperta del giovane casanova e della sua famiglia di attori; dei suoi i viaggi, di studio e diletto, e delle sue avventure per l’Europa; del poeta e del sofisticato scrittore; del diplomatico e dell’astuto l’agente segreto; delle donne, dell’amore e della moda del ‘700; fino al mito al cinema che ne ha consacrato le gesta. Un racconto che andrà nel cuore del vissuto dell’uomo Casanova oltre il mito.

INFO UTILI.
Museo aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
Biglietti: intero 13€, ridotto studenti fino a 26 anni e over 65 9€, ridotto bambini da 5 a 12 anni 7€

Architettura immaginata. Disegni dalle raccolte della Fondazione Cini fino al 17 Settembre

Un nuovo appuntamento per il grande pubblico, un’occasione per conoscere un aspetto finora in parte sconosciuto delle grandi collezioni della Fondazione Giorgio Cini, di cui la casa museo costituisce una vitale e affascinante cornice.
Questo, tra gli altri, lo scopo di Architettura Immaginata mostra che dal 20 aprile al 17 settembre sarà visitabile presso la Galleria di Palazzo Cini a San Vio; una mostra, questa, che unisce in maniera originale la bellezza del disegno alle catturanti architetture dell’inganno, mettendo in risalto, attraverso l’esposizione di un centinaio di disegni, la ricchezza della raccolta Antonio Certani della Fondazione Giorgio Cini, eccezionale collezione di oltre 5.000 disegni acquisita da Vittorio Cini nel 1962, che raccoglie molti generi e numerosi esponenti della celebre scuola bolognese dal Cinque all’Ottocento. Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva sarà aperta al pubblico fino al 19 novembre 2018.
Curata da Luca Massimo Barbero, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, e dagli studiosi dell’Istituto stesso, la mostra condurrà il visitatore in un viaggio affascinante tra disegni legati all’architettura illusiva e di ornato: quadrature, sfondati, prospettive, scenografie e campionari di oggetti come cartouches, vasi ornamentali ed elementi decorativi che spesso ornano le architetture dipinte, talmente visionari e curiosi da rappresentare quasi le radici del design.

VAN GOGH EXPERIENCE: dal 2 Giugno la mostra multimediale arriva a Venezia

Immergersi completamente nelle opere e nel mondo di un artista lasciandosi travolgere e trasportare in un viaggio virtuale alla scoperta del pittore, dell’artista, dell’uomo, in questo caso Vincent Van Gogh.

Inaugurerà il 2 giugno a Palazzo Giustinian Faccanon la grande mostra multimediale dedicata all’artista olandese. Per la prima volta a Venezia “La vita e le opere di Van Gogh” saranno presentate da Multimedia Experience, mostra multimediale che sarà visitabile fino al 30 settembre 2018. La curiosità del grande pubblico, sulla vita e sulle opere di Van Gogh non accenna a diminuire, malgrado le tante esposizioni di opere originali provenienti da Musei prestatori di tutto il mondo o dal Rijksmuseum Vincent Van Gogh di Amsterdam. Straordinaria la forza evocativa della colonna sonora realizzata dal maestro Marcello Cesena, diffusa da un impianto Dolby Surround di ultima generazione; eccezionale l’impatto visivo delle 700 immagini della mostra e delle ricostruzioni in 3D.

Sarà impossibile non carpire a pieno il senso dei pensieri di Van Gogh e i suoi stati d’animo perché le sue opere prenderanno vita in vividi dettagli, in un percorso video della durata di oltre un’ora, durante il quale sarà possibile farsi coinvolgere da un’esperienza artistica, stando in piedi o sdraiati a terra, diventando parte integrante del quadro.

 

INFO UTILI.
Apertura: giorni feriali da lunedì a giovedì e domenica dalle 10.00 alle 21.00 / venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Ingresso: intero 15€, ridotto 12€

TRA PASSIONE E FORMA al Centro d’Arte San Vidal

Neno Mori, Fioravante Seibezzi, Luigi Scarpa Croce e Renzo Zanutto.

Sono questi i protagonisti della nuova mostra del Centro d’Arte San Vidal “TRA PASSIONE E FORMA – Dialogo tra i maestri del ‘900 veneziano e gli artisti contemporanei”. Continuano così le esposizioni dedicate ai maestri veneziani, volte a far riscoprire il grande patrimonio artistico lasciatoci in eredità.

Una mostra, questa, incentrata sull’arte dei maestri che hanno saputo raccontare con dedizione le impressioni di un secolo, attraverso aspetti, colori e sensazioni diverse. L’esposizione allestita al piano terra del Centro d’Arte, in quello che è diventato il piccolo museo della Scoletta di San Zaccaria, metterà in luce i differenti approcci stilistici dei maestri del ‘900 veneziano ponendoli in dialogo con gli artisti contemporanei esposti in mostra collettiva al primo piano, eredi in parte di tale tradizione. La mostra sarà occasione per far conoscere e riscoprire capolavori da tempo non esposti al pubblico.

Artisti nella sala superiore: Adriana Baccin, Sergio Boldrin, Antonella Bordin, Corrado de Ceglia, Massimo Di Manno, Raffaella Domestici, Annamaria Dri, Renzo Ferrarini, Bruschi Geo, Daniela Longhin, Cesare Mainella, Giuliana Mainella, Manuela De Polo Mainella, Mauro Martin, Gabriella Martino, Sofia Ines Musumano, Giordano Passera, Maria Laura Riccobono, Sergio Vozza, Lisa Zanatta Pistorio

INFO UTILI.

Quando: dal 21.04 al 16.05.2018
Orari galleria: dal lunedì al Sabato, 10:30 -12:30 | 16:00 – 19:00
Dove: Centro D’Arte San Vidal, Scoletta San Zaccaria, campo San Zaccaria

Dal 31 Marzo a Palazzo Zaguri

“Venice Secrets, Crime and Justice” in mostra dal 31 Marzo a Palazzo Zaguri

Palazzo Zaguri presenta al pubblico la Mostra “Venice Secrets, Crime and Justice” – dal 31 marzo 2018 a Venezia. Una mostra epocale che racconta con reperti unici e suggestive ricostruzioni i lati oscuri della storia di Venezia attraverso il tema della giustizia, sfatando miti e antimiti di una delle realtà storiche più longeve nel panorama europeo e per molti aspetti all’avanguardia. Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni: l’indagine e la tortura, carceri e carcerati, le esecuzioni capitali, l’inquisizione tra miti e leggende. Le trentasei sale espositive offriranno l’opportunità di visionare centinaia di strumenti di tortura e di morte, decine di quadri, vestiti d’epoca e libri antichi, il tutto esposto al mondo per la prima volta e proveniente da biblioteche, musei e collezioni private italiane e straniere. Esperti hanno ricostruito delle celle dell’inquisizione e un teatro anatomico con cadaveri plastinati a ricordo di come i giustiziati venivano usati per la scienza. Studiosi internazionali e scrittori famosi hanno lavorato per narrare e far rivivere le grandi tragedie come quelle del Doge Marin Falier o del Conte di Carmagnola, i libertini Lorenzo Da Ponte e Giacomo Casanova che frequentavano Ca’ Zaguri. Non solo gli allucinanti spettacoli delle condanne a morte e le infernali pene inflitte, ma anche le numerose fantasie popolari come il povero Fornareto o il mostro Biagio Luganegher. Oltre le storie presenti anche i segreti delle magistrature che componevano l’articolata struttura dello Stato. Ampio spazio è dedicato al Sant’Ufficio attraverso numerosi esempi: dallo scontro tra la Repubblica di Venezia e la Santa Sede, alle figure del Frate Servita Paolo Sarpi, il filosofo Giordano Bruno e la cortigiana Veronica Franco. Aperto tutti i giorni, da lunedì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 21.00. Info su www.venicesecrets.net

Giacomo Quarenghi. Progetti Pittorici. Fino al 17 Giugno alle Gallerie dell’Accademia

Circa 100 disegni, in buona parte inediti e mai presentati al pubblico, saranno presentati alla mostra “Giacomo Quarenghi. Progetti Pittorici” che dall’1 Marzo al 17 Giugno riempirà le Gallerie dell’Accademia. La mostra, allestita in occasione del bicentenario della morte dell’artista (1744-1817),  è dedicata agli elaborati architettonici dell’autore bergamasco. l’ARTISTA, LE SUE OPERE E VENEZIA I disegni di Giacomo Quarenghi giunsero all’Accademia di Venezia nel 1824, due anni dopo l’acquisto della prestigiosa collezione di disegni antichi di Giuseppe Bossi. Oltre a soggetti architettonici sono ampiamente rappresentati anche vedute e capricci già integralmente pubblicati. Quarenghi, grande interprete neoclassico e profondo estimatore di Andrea Palladio, fu chiamato in Russia nel 1779 da Caterina II (1762-1796) e ne divenne ben presto architetto ufficiale. Dopo la morte dell’imperatrice continuò a lavorare per lunghi anni con i suoi successori, il figlio Paolo I (1796-1801) e il nipote Alessandro I (1801-1825), sino alla fine dei suoi giorni avvenuta a San Pietroburgo nel 1817, al termine di un soggiorno in terra russa quasi quarantennale. La committenza di Quarenghi non si limitò tuttavia alla sola corte imperiale, ma si estese anche all’aristocrazia di più alto rango, locale e internazionale, che gravitava attorno alla capitale. I documenti, i rapporti epistolari e gli elaborati di quegli anni restituiscono un’attività incessante e quasi frenetica che lo vide progettare con grande versatilità edifici pubblici, religiosi, commerciali, sfarzose residenze private o più semplici case di campagna per la villeggiatura. Non tutte le ideazioni di Quarenghi giunsero all’edificazione finale, ciò nonostante i suoi progetti incisero in modo significativo sull’aspetto monumentale e urbanistico di San Pietroburgo e, seppur con meno intensità, anche di Mosca. Di tutto ciò è rimasta un’imponente produzione grafica, in parte autografa e in parte demandata a stretti collaboratori, che divenne ben presto oggetto di precoce passione collezionistica da parte di amatori e studiosi.  Si inserisce in questo quadro anche l’acquisto dei disegni che il governo austriaco fece per l’Accademia veneziana, acquisto proposto ancora una volta al presidente Leopoldo Cicognara dall’abate Luigi Celotti , già protagonista della compravendita della raccolta Bossi. La precocità dell’acquisto veneziano e la notevole consistenza numerica del fondo, nonostante alcune mancanze, rendono questo nucleo una delle raccolte quarenghiane più importanti, una sorta di prima scelta con molti elaborati di grande qualità, talvolta riportanti le firme autografe dei sovrani per approvazione, e ampiamente rappresentativa di quasi tutti i maggiori progetti dell’architetto. L’arrivo a Venezia della raccolta fu favorito dal rapporto duraturo che Quarenghi ebbe, anche a distanza, con personalità della città e con gli stessi accademici. La sua passione per Andrea Palladio, la cui lezione appare costantemente presente nelle progettazioni, lo aveva portato negli anni giovanili a un viaggio sui luoghi palladiani e all’incontro in laguna con Tommaso Temanza e Giannantonio Selva. Non è chiaro in che modo fu definita la selezione dei fogli da proporre all’Accademia di Venezia in un momento in cui il figlio Giulio possedeva ancora sostanzialmente integra la produzione vastissima dello studio del padre, ma il nucleo veneziano appare esplicitamente calibrato per descrivere non soltanto la figura di Quarenghi architetto, ma anche la sua natura di artista con una sostanziale equilibrata divisione tra progetti architettonici e vedute e capricci. Questo forse per un desiderio degli accademici di garantire un’utilità dell’acquisto a tutti gli studenti e non solo alle classi di architettura, oppure per l’intento di Giulio di trasmettere un’immagine del padre il più completa possibile. Allo stesso modo, la parte dedicata ai progetti architettonici, pur rispecchiando sostanzialmente gli anni d’attività del soggiorno russo anche quando riflette progetti ideati per luoghi diversi, appare rappresentativa di tutti i principali lavori e delle diverse tipologie funzionali con le quali Quarenghi si era confrontato. INGRESSO Intero 15€, ridotto 7,50€ La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 8.15 alle 19.15

Su e Zo per i ponti di Venezia: Domenica 15 Aprile la 40° edizione della storica passeggiata

Per la 40° volta domenica 15 Aprile Venezia sarà attraversata da un fiue di gente in festa che partecipa alla famosa SU E ZO, passeggiata di solidarietà per le calli e 42 (o 20 nel percorso più breve) ponti di Venezia che, come da tradizione, coinvolge giovani e meno giovani, famiglie, scolaresche, gruppi, associazioni sportive, uniti in una giornata all’insegna dell’aggregazione, dell’amicizia e della solidarietà. Ogni anno diversi percorsi si snodano tra gli angoli meno conosciuti della città lagunare, senza però tralasciare i luoghi che la rendono famosa nel mondo. Numerosi gruppi folk che tradizionalmente si esibiscono in Piazza San Marco e nei campi e campielli lungo i tracciati del percorso rendono la città un tripudio di suoni e colori che rimane impresso nella memoria dei partecipanti. DUE PERCORSI – COMPLETO: partenza e arrivo in Piazza San Marco con un percorso di 12,5 chilometri  e 42 ponti – BREVE: partenza dalla Stazione Santa Lucia e arrivo in piazza San Marco con un percorso di 6 chilometri  e 20 ponti (indicato per le scuole dell’infanzia e primarie) PROGRAMMA 9.00: S. Messa in Basilica S. Marco animata dal “Coro Improvvisando” di Conegliano 10.00: prima partenza da Piazza S. Marco (percorso completo); prima partenza dalla Stazione Santa Lucia (percorso breve) 10.30: seconda partenza da Piazza S. Marco (percorso completo); seconda partenza dalla Stazione Santa Lucia (percorso breve) 12.30: premiazioni speciali dei gruppi più numerosi in Piazza San Marco 13.00: sfilata e premiazione dei gruppi folk in Piazza San Marco 15.00: chiusura della manifestazione Fotodi copertina di @ GIANLUCA DARIO

Una fornace a Marsiglia. Dal 9 Aprile a Le Stanze del Vetro e Fondazione Querini

Una selezione di opere del Cirva che tentano di evidenziare i momenti salienti della creazione da parte di artisti e designer che si sono confrontati con il vetro in questi trent’anni di residenze.

Questo è ciò attorno cui ruota la mostra in due sezioni che apre il 9 aprile 2018 a Le Stanze del Vetro. “Una fornace a Marsiglia – Centro Internazionale di Ricerca sul Vetro e le Arti plastiche/Cirva” è il progetto ideato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, che si evolve tra Le Stanze del Vetro, per l’appunto, e la Fondazione Querini Stampalia. 17 artisti e due capitoli della mostra, curati entrambi da Isabelle Reiher, direttrice del Cirva di Marsiglia, e da Chiara Bertola, responsabile per l’arte contemporanea della Querini.

Esposizione: Le Stanze del Vetro

In particolare, a Le Stanze del Vetro verrà presentata la storia del Cirva 
con gli artisti e le opere che hanno formato una parte importante della sua collezione: Larry Bell, Lieven de Boeck, Pierre Charpin, Erik Dietman, Tom Kovachevich, Giuseppe Penone, Jana Sterbak, Martin Szekely, Bob Wilson e Terry Winters. L’esposizione chiuderà il 29 luglio.

Esposizioni: Fondazione Querini Stampalia

Alla Fondazione Querini Stampalia, negli spazi contemporanei del terzo piano, 
verrà presentato invece il lavoro di otto artisti: Dove Allouche, James Lee Byars, Giuseppe Caccavale, Hreinn Fridfinnsson, Philippe Pareno, Francisco Tropa, Remo Salvadori, Jana Sterbak. L’esposizione chiuderà il 24 giugno.

Le pietre di Venezia. Mostra dedicata a Ruskin a Palazzo Ducale

Cosa sarebbe il mito di Venezia senza John Ruskin, cantore della bellezza eterna della città, tanto più affascinante ed estrema perché colta nella sua decadenza? John Ruskin “torna” a Venezia in una grande mostra che per la prima volta in Italia punta i riflettori  sull’artista e sul suo rapporto con la città lagunare. Personaggio centrale nel panorama artistico internazionale del XIX secolo, scrittore, pittore e critico d’arte, l’inglese John Ruskin (1819-1900) ebbe un legame fortissimo con la città lagunare, alla quale dedicò la sua opera letteraria più nota, “Le pietre di Venezia”: uno studio della sua architettura, sondata e descritta nei particolari più minuti, e un inno alla bellezza, all’unicità ma anche alla fragilità di questa città. Sulla mostra e sull’artista Venezia come la musa ispiratrice di questo artista immenso che  “ha valicato ogni confine in nome di una visione interdisciplinare, praticata quando il termine ancora non c’era”. Ruskin, ammirato da Tolstoj e da Proust, capace di influenzare fortemente l’estetica del tempo con la sua interpretazione dell’arte e dell’architettura, torna ora a Venezia nei luoghi della sua ispirazione; torna a Palazzo Ducale, edificio emblematico che egli esplorò a lungo da angolazioni diverse: taccuini, acquarelli, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi. Ad ospitarlo è la sequenza di sale e loggiati tante volte raffigurati, ove la scenografia di Pier Luigi Pizzi dà risalto alle presenze architettoniche e scultoree della Venezia gotica e bizantina, medievale e anticlassica che egli tanto amava e che desiderava preservare dall’oblio. Informazioni pratiche La mostra “Le pietre di Venezia” sarà allestita a Palazzo Ducale e visitabile fino al 10 giugno 2018. Biglietti: 13€ intero, 10€ ridotto Aperta tutti i giorni dalle 8.30 – 17.30 ultimo ingresso ore 16.30

Primavera al Fortuny. Una Collezione Italiana. De Chirico, Morandi e una “stanza per Zoran” in mostra dal 24 Marzo

De Chirico, Morandi e una “stanza per Zoran” in mostra per la Primavera a Palazzo Fortuny
Dal 24 marzo al 23 luglio 2018 i temi del collezionismo, le ragioni e le passioni sottese alla nascita di una raccolta privata sono al centro della mostra dedicata alla raccolta di Giuseppe Merlini.

Scultura, disegni e soprattutto pittura: la collezione di Merlini spazia tra opere che risalgono al momento fondante dell’esperienza del moderno – disegni di Amedeo Modigliani, dipinti di Filippo de Pisis e poi lavori di Adolfo Wildt, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio Morandi, Massimo Campigli – fino all’astrattismo italiano o all’informale con importanti opere di Mario Radice, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio, Giulio Turcato, Roberto Crippa, Alfredo Chighine, Piero Ruggeri.

Una panoramica molto ampia dell’arte italiana del XX secolo che invita a una sostanziale domanda: quali energie spingono a perseverare nell’impresa collezionistica? Quali curiosità intellettuali, quali incontri casuali orientano le scelte, contribuendo a dare a ogni collezione una propria fisionomia e spingendo a renderla fruibile al pubblico?

 

Ingresso: 10€
Ridotto: 8€

Le foto di FULVIO ROITER in mostra fino al 26 Agosto ai Tre Oci

A due anni dalla sua scomparsa, una retrospettiva profonda ed emozionante sul grande fotografo veneziano  Fulvio Roiter in mostra fino al 26 Agosto alla  Casa dei Tre Oci.

200 fotografie, la maggior parte vintage, che accompagnano dale 1948 al 2007 la vita e i viaggi di Roiter in quella che si presenta come la più completa monografica mai realizzata sull’autore e la prima dopo la sua recente scomparsa, il 18 Aprile 2016. Un omaggio e un ricordo che la Casa dei Tre Oci ha voluto dedicare al fotografo che più di ogni altro ha legato l’immagine di Venezia al proprio nome. La mostra promossa dalla Fondazione di Venezia in partenariato con Città di Venezia e curata da Denis Curti, è stata resa possibile grazie al prezioso contributo della moglie Lou Embo; le opere in esposizione fanno emergere tutta l’ampiezza e l’internazionalità del lavoro di Fulvio Roiter, collocandolo tra i fotografi più significativi dei nostri giorni. Partendo dalle origini e dal caso che hanno determinato i primi approcci di Roiter alla fotografia, nel pieno della stagione neorealista, di cui il fotografo veneziano ha ereditato la finezza compositiva, il percorso racconta gli immaginari inediti e stupefacenti che rappresentano Venezia e la laguna, ma anche i viaggi a New Orleans, Belgio, Portogallo, Andalusia e Brasile. L’allestimento si arricchisce di videoproiezioni, ingrandimenti spettacolari e una ventina di libri originali, che, oltre a visualizzare in pagina l’opera di Roiter, restituiscono anche la vastità di contributi critici dei tanti autori che hanno scritto sul suo lavoro, tra cui Andrea Zanzotto, Italo Zannier, Alberto Moravia, Ignazio Roiter, Fulvio Merlak, Gian Antonio Stella, Roberto Mutti, Giorgio Tani, Enzo Biagi.   Ingresso: 12€ Ridotto: 10€ Aperto tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 19

IL MONDO IN UNA PERLA, collezione di perle in mostra al museo del vetro di Murano

Uno straordinario concentrato di tecnica e inventiva. Questo è racchiuso nelle perle di vetro veneziano, piccoli e preziosi manufatti di rara bellezza che nelle loro molteplici tipologie accompagnano la storia vetraria veneziana e che fino al 15 Aprile 2018 sono i protagonisti di “Il mondo in una perla“, mostra  allestita negli spazi delle ex conterie del Museo del Vetro di Murano. La mostra nasce del lungo lavoro di catalogazione e di studio delle collezioni di perle del Museo del Vetro di Murano, condotto per la Fondazione Musei Civici di Venezia da Augusto Panini, tra i massimi esperti sull’argomento, che ha portato alcuni mesi fa alla pubblicazione del primo dettagliato catalogo riservato a questi oggetti artistici. Un mondo unico quello delle perle di vetro: oggetti decorativi ma anche preziosa merce di scambio esportata in grande quantità nel XIX secolo verso le colonie dell’Africa Occidentale, dell’India e delle Americhe; monili tanto ricercati e ambiti, che in cambio di perle di vetro i nativi d’America accettarono di cedere il territorio che oggi conosciamo come Manhattan. La collezione del Museo del Vetro di Murano è costituita da 85 cartelle campionarie contenenti 14.182 perle, da tre pannelli di stoffa del 1863, dono della Società delle Fabbriche Unite contenenti 2015 perle e 266 mazzi di conterie, da 91 mazzi di perle a lume, di cui alcuni incompleti, da 8957 perle integre e 274 frammentate e 492 mazzi di conterie. Scomparso sin dal 1912 l’inventario redatto dall’abate Zanetti, solo ora si è riusciti a ricondurre molte di queste perle, mazzi e cartelle alle vetrerie attive a Venezia e Murano tra il 1820 e il 1890 e dunque ai maestri vetrai, giganti dell’arte e imprenditori illuminati come Giovanni Battista Franchini, Domenico Bussolin, Benedetto Giorgio Barbaria, Antonio Salviati, Pietro Bigaglia e Giovanni Giacomuzzi, che con generosità e senso civico avevano donato al museo cittadino il meglio della propria produzione nascente. INGRESSO Intero: 10€ Ridotto: 7,50€

Egitto. Dei, faraoni, uomini: il grande Egitto in mostra a Jesolo

Apre i battenti il 26 dicembre 2017 su 2500 mq. del centro espositivo Spazio Aquileia 123 al Lido di Jesolo e fino al 30 Giugno porterà il grande Egitto in terra veneziana. Reperti unici e suggestive ricostruzioni delle piramidi in un format coinvolgente e interattivo: questo il focus della mostra ‘Egitto. Dei, faraoni, uomini’, curata e prodotta da Venice Exhibition Srl, società promoter di mostre internazionali, e Cultour Active Srl, società di Treviso pioniera del binomio cultura e digitale dal 2011, supportata in questo progetto da un comitato scientifico di esperti egittologi. La mostra  Mai esplorata una camera sepolcrale egizia? Durante il percorso se ne vedono addirittura due ricostruite in scala 1:1: la tomba dell’artigiano Pashed e la leggendaria tomba di Tutankhamon, “il faraone fanciullo” dodicesimo re della XVIII dinastia egizia, scoperta da Howard Carter nel 1922. Durante la visita sarà poi possibile osservare da vicino reperti originali antichissimi della civiltà sviluppatasi sulle sponde del Nilo, reperti provenienti dalle più importanti collezioni egizie dei musei italiani e stranieri. Sarà un’esperienza totale che non solo permetterà di vedere, conoscere e approfondire in mondo egizio, ma anche di “sentirlo”grazie ai molti supporti multimediali e interattivi presenti in tutto il percorso espositivo. PREZZI Adulti con audioguida omaggio: 16€ Ridotti con audioguida omaggio: 12€ Bambini 6-12 anni con audioguida omaggio: 8€ Bambini fino a 5 anni e accompagnatori di disabili non autosufficienti: gratuito  

MUSEI IN FESTA: musei civici di Venezia gratis all’Immacolata

Nessun ponte dell’Immacolata, ma questo 8 Dicembre sarà comunque speciale per gli appassionati di cultura museale: torna nella città metropolitana di Venezia e nel comune di Mogliano Veneto l’iniziativa “Musei in Festa” promossa in collaborazione tra il Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia che prevede l’ingresso gratuito nei musei civici per tutti i residenti dei 44 comuni della Città Metropolitana di Venezia e si estende ai residenti del comune di Mogliano Veneto.

Molte le visite a disposizione, da Palazzo Ducale al Museo Correr con il percorso integrato che comprende il Museo Archeologico Nazionale e le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana), da Ca’ Pesaro, con associato il Museo d’Arte Orientale, al Museo di Palazzo Mocenigo, dal Museo del Vetro di Murano al Museo del Merletto di Burano, dalla Casa di Carlo Goldoni al Museo di Storia Naturale e a Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano.

Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia per festeggiare i 200 anni dell’Accademia

130 opere, 10 sezioni e 3 personaggi chiave che tra il 1815 e il 1822 hanno reso possibile il rilancio culturale della Venezia post-napoleonica: questi i numeri di “Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia” la mostra che dal 29 settembre 2017 al 2 aprile 2018 celebra il bicentenario della fondazione delle Gallerie dell’Accademia.

Un omaggio quello dell’Accademia al periodo che tra il 1815 con il ritorno da Parigi dei quattro cavalli di San Marco e il 1822 con la morte del Canova, rappresenta un momento speciale della storia artistica della Serenissima, la stagione di risveglio culturale della città. Il regista indiscusso di questa felice congiuntura fu il conte Leopoldo Cicognara, intellettuale e presidente dell’Accademia di Belle Arti, che insieme all’amico Antonio Canova, nume tutelare di questo progetto, e a Francesco Hayez, lavorò per dare vita ad un museo di rilievo internazionale, capace di valorizzare lo straordinario patrimonio artistico di Venezia, promuovendo allo stesso tempo l’arte contemporanea.

I capolavori esposti sono articolati in dieci sezioni tematiche, tra cui spicca la riunione della serie di manufatti inviati nel 1818 alla corte di Vienna per il matrimonio dell’imperatore Francesco I e noti come l’“Omaggio delle Provincie Venete”, che ritornano a Venezia per la prima volta dopo duecento anni. Nel percorso di visita sono esposti anche la Musa Polimnia di Canova, dipinti, gruppi scultorei, due are e altrettanti grandi vasi di marmo, un tavolo realizzato in bronzo e legno con il piano ricoperto da pregiati vetri di Murano e preziose rilegature, rappresentanti della più alta produzione artistica del Neoclassicismo veneto.
Biglietti
Biglietto unico Gallerie dell’Accademia + mostra Canova, Hayez, Cicognara: 15€ (ridotto: 7,50€; altre agevolazioni nel sito)

OPEN – 20. Edizione dell’esposizione d’arte legata alla Mostra del Cinema di Venezia. Torna Yoko Ono

OPEN, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni, giunge quest’anno alla sua ventesima edizione. Le sculture dell’esposizioneda sempre animano le vie del Lido di Venezia ed alcune sale dell’Excelsior durante la mostra, inoltre anche quest’anno sono ospitate all’interno dell’Hilton Molino Stucky.

Un anno significativo che celebra il ventennio di un’idea, un’intuizione vincente, innovativa e rigenerante nel panorama delle manifestazioni di arte contemporanea. Venti anni di sculture, installazioni, happening e performance a testimonianza di quanto l’arte possa irrompere nell’ambiente esterno per attirare l’osservatore, contribuendo ad una nuova, involontaria, stupefacente fruizione dell’arte nella dinamica leggera di una passeggiata lungo i viali alberati del Lido tra il mare e le luci della Mostra del Cinema.

La mostra ideata e curata da Paolo De Grandis, co-curata da Carlotta Scarpa è organizzata da PDG Arte Communications con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Regione Veneto.

OPEN ripercorre la sua storia attraverso alcuni dei nomi più significativi dell’arte contemporanea che vi hanno partecipato, come Yoko Ono che presenta in anteprima mondiale INVISIBLE PEOPLE un progetto dalla lunga elaborazione: una visione simbolica e metaforica del viaggio dei migranti, tra immaginazione e poesia per non dimenticare. Il ritorno all’Hotel Excelsior ed il ritorno di ORLAN con un’installazione site specific basata su Le Plan du Film, una serie importante concepita nel 2001 alla ricerca di quello che Jean-Luc Godard ha chiamato “l’inverso del cinema”. E ancora Igor Mitoraj, Luigi Ontani, Federica Marangoni, Marco Nereo Rotelli, Gianfranco Meggiato, Amin Gulgee, Ferruccio Gard e Marianne Heske che in occasione di OPEN 1999 fece viaggiare un enorme sasso di 4000 anni fa dal villaggio di Tafjord e che ancora oggi staziona al Lido di Venezia.

OPEN si avvale quest’anno della collaborazione curatoriale di Jon Hendricks per la partecipazione di Yoko Ono, Philippe Daverio per Giuseppe Verri, Luca Beatrice per Gianfranco Meggiato e poi ancora Chang Tsong-zung, Niilofur Farrukh, Tamara Li, Nevia Capello, Serena Mormino, Bianca Laura Petretto, Elga Wimmer, Umberto Zampini e Flavia Vago.

In occasione dell’inaugurazione all’Hilton è stata presentata la performance della giovane artista Reverie che con PourOntani farà una dedica a occhi aperti al Maestro Luigi Ontani che non prevede alcun tipo di ricitazione/recitazione, artificio o espediente.

Parallelamente Richard Humann ha presentato Ascension che per OPEN 20 si arricchisce di nuove costellazioni che si sovrappongono a quelle già esistenti nel nostro cielo notturno. L’opera di Humann sfrutta con grande maestria la tecnologia: è sufficiente che lo spettatore rivolga lo smartphone o il tablet verso il cielo per godere di questo spettacolo di realtà aumentata.

Le foto ritraggono alcuni momenti dell’inaugurazione all’Hilton ed alcune delle opere disposte nell’albergo.

La mostra, prosegue fino al 1 ottobre.

 

ARTISTI PARTECIPANTI Nutopia – Yoko Ono Belgio – Phil Akashi Francia – ORLAN Germania – Günter Sponheuer Giappone – Kengiro Azuma Islanda / Cina – Inga Svala Thorsdottir e Wu Shanzhuan Italia – Giancarlo Bozzani, Stefano Bressani, Nando Crippa, Gillo Dorfles, Marco Fioramanti, Laura Fiume, Salvatore Fiume, Ferruccio Gard, Resi Girardello, Alessandro Manfredini, Gaspare Manos, Federica Marangoni, Davide Medri, Gianfranco Meggiato, Lucio Micheletti, Luigi Ontani, Max Papeschi, Antonio Paradiso, Gabriele Polidori, Maurizio Radici, Reverie, Marco Nereo Rotelli, Giuseppe Verri, Nanda Vigo, Laura Zeni Norvegia – Marianne Heske Pakistan – Amin Gulgee Perù – Ana Maria Reque Polonia – Igor Mitoraj Ucraina – Yana Rusnak USA – Richard Humann

Diana Barrows & Enrico Marotta

Quello che non sai di Piazza San Marco

Quello che non sai di Piazza San Marco

Piazza San Marco è senza dubbio una delle piazze più famose e meravigliose del mondo, non per essere di parte ma ogni volta che mi trovo davanti alla Basilica mi soffermo ad ammirarla per qualche minuto, in silenzio, come se non l’avessi mai ammirata prima di allora. Se vi capita andateci di notte, è ancora più suggestiva. La sua imponenza è in grado di catturate lo sguardo e la mente, riempiendo il cuore. Molti di voi conosceranno la sua storia o avranno partecipato a qualche gita scolastica o tour con guida. Molto bene. Probabilmente però c’è qualche curiosità che ancora non conoscete.. La forma attuale di Piazza San Marco non è com’era in principio. Quella che oggi è l’area monumentale più frequentata di Venezia, è l’esito di successive modifiche ed espansioni. In origine la Piazza era destinata a diventare un grande orto, attraversata dal Rio Batario e dagli attuali rii della Zecca e del Cavalletto. Il maestoso Palazzo Ducale un tempo era un castello con torri e recinzioni, circondato da un canale. Dove ora si trova la piazzata, un tempo vi era un bacino adibito al carico e scarico delle merci. La zona iniziò a diventare simile ad oggi nel 826, quando a Venezia arrivò il corpo di San Marco e avvenne l’edificazione della prima Basilica. Purtroppo nel 976 un grosso incendio distrusse tutto, Basilica e Palazzo Ducale compresi. Nel 978 fu costruita una seconda Basilica e anche Palazzo Ducale fu riportato alla luce. Nello stesso anno, il Doge Pietro I Orseolo, fece costruire vicino al Campanile, un ospizio per pellegrini malati e bisognosi. Nel 1264 Piazza San Marco venne infine pavimentata con mattoni disposti a spina di pesce.. da qui in poi iniziò il corso che portò quest’area a divenire il salotto più magico di Venezia.

Giornate Europee del Patrimonio 2016: musei aperti a Venezia

Anche quest’anno il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha aderito alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP). Sono moltissimi i luoghi di cultura, statali e non, ad aver aderito. Musei civici, comuni, gallerie, fondazioni e associazioni private.

Le Giornate Europee del Patrimonio quest’anno si volgeranno:

sabato 24 settembre – con orari e costi ordinari nel corso della giornata e apertura straordinaria serale di tre ore al prezzo simbolico di 1 euro, con le gratuità previste consuetamente per legge

domenica 25 settembre – con orari e costi ordinari

Ma veniamo agli appuntamenti organizzati a Venezia! Prendete carta e penna e segnatevi quelli che non volete perdere! Preparate un paio di scarpe comode, vi aspetta un weekend pieno di cose da vedere!

Dopo le fabbriche: passeggiata nei luoghi della riconversione industriale alla Giudecca
Venezia, luoghi della Venezia industriale
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 9-12

Le terme di Venezia e l’ospedale al mare
Venezia, Gran Viale S.Maria Elisabetta 28 Venezia-Lido 30126
Convegno/Conferenza – Dal 24 settembre 2016 al 25 settembre 2016 Orario: 24 settembre 17.30 e 25 settembre 11
Sabato 24 presentazione della passeggiata patrimoniale al Grande Albergo Ausonia e Hungaria con proiezioni di immagini, filmati e interviste. Domenica 25 passeggiata guidata

Terra-mare
Venezia, Isola della Certosa-Sant’Andrea Venezia
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 15.30-20.30
Passeggiata patrimoniale storico-naturalistica. Organizzatore Silvia Scarpa per Faro Venezia. Coordinato dal Consiglio d’Europa-Ufficio di Venezia

“L’arte profumatoria veneziana”
Venezia, Palazzo Mocenigo
Visita guidata – Il 24 settembre 2016 Orario: 10-17 prima partenza ore 11 seconda partenza ore 15
Visita al percorso del profumo di Palazzo Mocenigo, tra strumenti originali, reperti storici e una collezione di flaconi di profumo.

Tocco Legno
Venezia, Gallerie Accademia Dorsoduro Venezia
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 14.15
Artigiani che lavorano il legno creando pezzi di design. Organizzazione Associazione Faro di Venezia. Coordinato dal Consiglio d’Europa-Ufficio di Venezia

Segreti e armonie
Venezia, Casino Venier Campo San Salvador Venezia
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 9.15-13
La passeggiata patrimoniale visiterà il Casin Venier, la Liuteria Guaraldi, la sala della Musia-Ospedaletto e Palazzo Grimani.

Voci di vita quotidiana tra le pagine degli archivi della Scuola Grande di San Rocco
Venezia, Palazzo Zane Collalto (sede Istituto Tecnico E. Fermi) e Scuola Grande di San Rocco
Incontro/Presentazione – Il 24 settembre 2016 Orario: 15-17 (15-16- Palazzo Zane Collalto e 16-17- Scuola Grande San Rocco)

Sulle orme dell’accoglienza: scuola dei Dalmati, Chiesa dei ss.Giovanni e Paolo, Scuola Grande di san Marco
Venezia, Scuola Dalmata Castello 3297 Venezia
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 16.00
Passeggiata patrimoniale per ricostruire le fitte trame e riscoprire tradizioni e legami con il passato.

Sulle orme dell’accoglienza: Chiesa di san Giacomo dall’Orio, Chiesa di san Pantalon e scuola grande di San Rocco
Venezia, Campo san Rocco 3052, San Polo Venezia
Altro – Il 24 settembre 2016 Orario: 14.00
Passeggiata patrimoniale per ricostruire le fitte trame sociali e riscoprire tradizioni e legami con il passato.

I tesori nascosti di Palazzo Giustinian dei Vescovi
Venezia, Ca’ foscari Dorsoduro 3246 Venezia
Visita guidata – Il 24 settembre 2016 Orario: 9.30-10.30-11.30-12.30
Visite guidate a Palazzo Giustinian dei Vescovi.

Arte Greca a Venezia: l’eredità del Pubblico santuario
Venezia, Museo archeologico nazionale di Venezia
Visita guidata – Il 24 settembre 2016 Orario: 16.30

Sulle orme dell’accoglienza. Scuola Grande di san Giovanni Evangelista, Scuola grande di San Rocco, Scuola Grande di Santa Maria del Carmelo
Venezia, S.Polo 2454 Venezia
Altro – Il 25 settembre 2016 Orario: 14.00
Passeggiata patrimoniale seguendo il filo logico della straordinaria sopravvivenza fino ai giorni nostri delle Scuole Grandi.

Alla scoperta della Batteria Ca’ Bianca Angelo Emo
Venezia, Batteria Ca’ Bianca Angelo Emo
Altro – Il 25 settembre 2016 Orario: 10-18.30
Visita con le testimonianze di persone che hanno vissuto il periodo bellico e la batteria durante l’epoca in cui si svolgeva la funzione militare.

Il Ghetto di Venezia: il cibo come racconto
Venezia, Campiello delle scuole- Fondamenta di Cannaregio Venezia
Visita guidata – Il 25 settembre 2016 Orario: 16 davanti al Campiello delle Scuole Ghetto vecchio
Una visita a luoghi normalmente non accessibili del Ghetto di Venezia, raccontando il rapporto tra cibo e tradizione ebraica.

La Laguna unisce cittadini e territori
Quarto d’Altino, Museo archeologico nazionale di Altino
Altro – Il 25 settembre 2016 Orario: 10.00-18.00
Passeggiata patrimoniale attraverso le isole della laguna con testimoni delle attività antiche e attuali. Altino, Torcello, Sant’Erasmo e Cavallin.

Musei al Chiaro di Luna

A partire dal 20 maggio e per tutta l’estate il Museo Correr e Palazzo Ducale rimarranno aperti fino alle 23 da venerdì a domenica

Musei al Chiaro di Luna, questo è il nome dell’iniziativa che per tutta la primavera e estate 2016 permetterà a tutti i turisti in visita a Venezia di godere del percorso espositivo del Museo Correr e di Palazzo Ducale a Venezia fino alle 23 dal venerdì alla domenica.

La novità è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’apertura straordinaria del 1° maggio dei musei della città, che ha visto la partecipazione di ben 10.235 visitatori totali e nei soli Correr e Ducale di 7813 persone di cui 399 dalle ore 18 alle ore 23.

Le aperture serali nei musei dell’Area Marciana di Piazza San Marco creeranno nuove occasioni per visitare il patrimonio e le collezioni della città lagunare. Principale scopo dell’iniziativa è offrire ai cittadini di Venezia, dell’area metropolitana e a tutti i turisti una programmazione più ampia, incentivando i giovani e quel pubblico che normalmente non può visitare i musei negli ordinari orari di apertura, a scoprire il patrimonio artistico e culturale cittadino in una eccezionale cornice notturna.

Volo dell’Aquila al Carnevale 2016

Il Weekend clou del Carnevale di Venezia 2016: Volo dell’Aquila, Incoronazione della Maria del Carnevale, Concorso della maschera più bella, Campo dei Sapori e Spettacolo all’Arsenale

L’ultimo weekend del Carnevale di Venezia vi aspetta con un programma scintillante. Evento clou sarà sicuramente l’esibizione di Saturnino, famosissimo bassista di Jovanotti, che si esibirà prima, sabato 6 febbraio all’Arsenale, nell’area The Club (a pagamento) e domenica alle ore 12 scenderà dal Campanile di Piazza San Marco come Aquila del Carnevale.

Il Volo dell’Aquila è una tradizione ormai consolidata del Carnevale di Venezia: mentre l’Angelo rappresenta la purezza quest’ultima deve invece impersonificare la potenza è così sarà con Saturnino che inoltre durante la discesa dal Campanile al Villaggio delle Meraviglie saprà sorprendere il popolo del Carnevale magari suonando? Saturnino scenderà indossando un abito appositamente realizzato dall’Atelier Pietro Longhi di Francesco Briggi.

Sempre domenica in Piazza San Marco verrà anche incoronata domenica la Maria dell’Anno e la maschera più bella. Il Villaggio delle meraviglie, rimane aperta tutti i giorni all’ombra del Campanile di San Marco, una splendida struttura in legno, con ponti, statue e botteghe, disegnata da Massimo Checchetto scenografo del Teatro La Fenice. Il popolo del Carnevale fluirà quindi tra maestri d’ascia e maestri vetrai, tessutai e calzaturieri, mascareri e tajapiera. Un villaggio dei mestieri reso possibile dalla collaborazione di El Felze, Consorzio Vetro Artistico di Murano Promovetro, Atelier Nicolao, Atelier Pietro Longhi di Francesco Briggi, Consorzio dei Mascareri, Consorzio dei Tajapiera, Politecnico Calzaturiero del Brenta e gli storici tessutai, Bevilacqua, Fortuny, Rubelli.

Da giovedì a martedì 9 rimarrà anche aperto il Campo dei Sapori dove ogni territorio proporrà le sue eccellenze. Per il Veneto prodotti e piatti tipici del vicentino, come il baccalà, e le creazioni artigianali del laboratorio Mastronero, tabarri, mantelli e costumi. E poi formaggi e salumi da Umbria e Toscana, prodotti tipici creati da piccole aziende storiche e importanti dall’Abruzzo, il Nero di Calabria, protagonista ad Expo Milano 2015, che rappresenta una straordinaria nicchia produttiva del settore agroalimentare regionale.

Al Campo dei sapori e delle tradizioni si ricorderanno anche i 500 anni dalla fondazione del Ghetto di Venezia con la presenza di uno stand curato da Ghimel Garden, apprezzato ristorante di cucina kosher con sede in Campo del Ghetto Nuovo a Venezia.

Alchimia del colore

Un evento espositivo ad hoc nella rinnovata sala al piano terra di Palazzo Mocenigo di Venezia

La White Room di Palazzo Mocenigo a Venezia, uno spazio al piano terra del Centro Studi del Tessuto e del Costume concepito per ospitare eventi e mostre temporanee, vede protagonista dall’11 dicembre al 10 aprile 2016 la mostra Alchimia del colore, un percorso espositivo che presenta presenta le materie prime e i prodotti del processo della tintura. Si tratta dei tessuti e delle matasse base impiegate per la successiva lavorazione, che sono il risultato di un processo naturale avvenuto utilizzando una palette di colori attinti dalla natura – radici, fusti, cortecce, foglie, fiori, frutti e alcuni insetti – da cui derivano i pigmenti originari: giallo, rosso, blu, arancio, bruno, verde e viola.

La mostra, dal titolo emblematico – L’alchimia del colore – dà conto di come tale processo abbia rappresentato una delle prime attività tecnologiche dell’uomo, la cui evoluzione, sia in ambito culturale che economico, è sempre andata di pari passo con quella umana. A cura di Stefano Panconesi, Sissi Castellan, Chiara Squarcina e Augusto Panini.

Ingresso col biglietto del Museo

Nuove Sale Canoviane al Museo Correr

L’intero corpus dell’opera di Canova rivive da novembre 2015 all’interno del Museo Correr di Venezia

Grazie al lavoro di una piccola e preparata task force di restauratori, artigiani e tecnici, dal 21 novembre 2015 torna a risplendere lungo il percorso del Museo Correr di Venezia la collezione canoviana insieme alla sua originaria luminosa veste decorativa neoclassica.

Il progetto “Sublime Canova” è nato nel 2012 da un’idea di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e Andrea Bellieni, responsabile del Museo Correr e il progetto di allestimento è di Daniela Ferretti, dirigente d’Area e responsabile dell’Ufficio Allestimenti della Fondazione.

Obiettivo primario dell’intervento è stato quello di recuperare museologicamente il carattere unitario della raccolta canoviana, da sempre presente all’interno del percorso, ma che appariva disseminata in vari ambienti del museo e con opere in deposito.

Ora l’intero corpus di opere appartenenti ad Antonio Canova (Possagno 1757-Venezia 1822) è stato finalmente valorizzato facendo al contempo rivivere il particolarissimo rapporto che lega il grande artista alla città di Venezia.

Dai marmi autografi ai gessi e bozzetti, dai dipinti a olio e tempera ai disegni di studio, fino al ritrovamento e alla ricomposizione del “Mobile Canova” – singolarissimo ‘altare-reliquario’ fatto realizzare da Domenico Zoppetti e dedicato dai veneziani al grande scultore per custodirne i ‘sublimi scalpelli’ e varie memorie personali – “tutto” ora racconta in modo nuovo e aggiornato l’affascinante storia di Antonio Canova, l’ultimo genio-artista della Serenissima, che ebbe in Venezia la sua patria d’elezione e di essenziale formazione culturale, per presto diventare il maggiore scultore del periodo neoclassico.

Biglietto: il nuovo allestimento è visibile all’interno del percorso del Museo. Prezzo dei biglietti per tutti i musei di Piazza San Marco 18€

Orari

10.00 – 17.00 (tutti i giorni)

Fino al 31 marzo

10.00 – 18.00 (tutti i giorni)

Dal 1 aprile al 31 ottobre

Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima della chiusura

Dorsoduro Museum Mile

Quattro Musei insieme nel Dorsoduro Museum Mile: una mappa per i visitaori di Venezia

E’ stato presentato martedì 14 settembre a Venezia il progetto Dorsoduro Museum Mile: un percorso, un itinerario e soprattutto una mappa che lega l’una alle altre ben 4 importanti istituzioni culturali veneziane che si trovano in questo angolo del Canale Grande: le Gallerie dell’Accademia, la Galleria di Palazzo Cini, la Collezione Peggy Guggenheim e Punta della Dogana.

Dorsoduro Museum Mile” è un vero percorso artistico e culturale lungo un miglio, un vademecum realizzato grazie al contributo di Assicurazioni Generali, che sarà distribuito gratuitamente ai visitatori della città lagunare dai quattro enti promotori. La mappa permetterà di ricevere sconti sull’entrata ai Musei partecipanti.

Il progetto nasce dalla volontà delle quattro istituzioni artistiche di promuovere in modo integrato le rispettive strutture museali valorizzando il sestiere in cui si trovano – noto come ‘Museum mile’ – dove è possibile ammirare, lungo poco più di un miglio, opere straordinarie che vanno dall’antico al contemporaneo, passando per le avanguardie storiche. La collaborazione prevede sconti e altre iniziative per stimolare la partecipazione dei visitatori.

La Francois Pinault Foundation aprirà un Teatro di fianco Palazzo Grassi

Una grande novità attende turisti e veneziani a giugno 2013: l’insieme di Palazzo Grassi Punta della DoganaFrançois Pinault Foundation si doterà di un nuovo spazio, un Teatro per l’esattezza, interamente dedicato a conferenze, incontri, proiezioni, concerti. Così facendo la François Pinault Foundation, dopo il restauro di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana, rafforza ulteriormente la propria presenza nella vita (altro…)

“Visit Venice – Estate 2012” : la rivista per visitare Venezia

E’ on line la nostra Rivista VISIT VENICE con tutti i più importanti eventi che si svolgeranno a Venezia quest’estate!

Come sempre potete guardarla sul sito issuu.com e scaricarla a vostro piacimento. Potrete anche stamparla per averla con voi durante la vostra vacanza a Venezia.

Oltre a un elenco dettagliato delle principali Mostre che si svolgono in città, troverete anche molte informazioni sui cicli di concerti, sulle manifestazioni più importanti come il Redentore e la Regata Storica.

Sul nostro account personalizzato,  cliccando qui , troverete anche la Guida di Venezia, un’utile travel guide della città di ben 130 pagine con una descrizione dettagliata dei sestrieri, dei monumenti da visitare, delle curiosità, della cucina veneziana.

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Da luglio riaperte al pubblico le sale del Palazzo Reale

Come avevamo già preannunciato qui, dal 10 luglio 2012 il percorso museale del Museo Correr si arricchisce grazie alla riapertura, dopo un lungo restauro, che ha recuperato la magnificenza di affreschi, stucchi e marmorini, di camini, porte e infissi, di pavimenti e arredi , di 9 sale degli Appartamenti Reali d’Austria, quelle che ospitarono la Principessa Sissi. Anche Venezia ha, e finalmente lo si può visitare, il suo Palazzo Reale, monumentale e rappresentativo, voluto (altro…)

Dal 1 giugno 2012 il VAPORETTO DELL’ARTE solcherà il Canal Grande

Da domani, 1 giugno 2012, si potranno vivere Venezia e si suoi Musei, le Gallerie, i Palazzi in modo nuovo, grazie alla nuova Linea che solcherà il Canal Grande: il VAPORETTO DELL’ARTE.

Il percorso di questo nuovo mezzo, che permetterà di viaggiare tra i palazzi storici alla scoperta dei più bei musei veneziani, partirà ogni 30 minuti, dalle 9 alle 20, dall’approdo della Stazione Santa Lucia, con capolinea a San Giorgio Maggiore (altro…)

Fondazione Musei civici Veneziani: novità al Museo Correr e a Ca’ Pesaro

In occasione della presentazione, avvenuta a Roma ieri, della straordinaria Mostra dedicata a Francesco Guardi, che si aprirà a Venezia il 28 settembre 2012 e si preannuncia come un evento eccezionale grazie al generoso contributo delle più importanti istituzioni museali italiane ed estere, il nuovo Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, Gabriella Belli, ha annunciato anche le altre novità del progetto culturale che sta investendo l’attività museale (altro…)

La NOTTE DEI MUSEI: ingresso libero dalle 20 alle 2

Anche per quest’anno, il 19 maggio 2012, si ripete a Venezia la magia della NOTTE DEI MUSEI APERTI: tutti musei statali e le aree archeologiche rimarranno eccezionalmente aperte fino alle 2 di notte e l’ingresso sarà gratuito dalle 20, permettendo così un’emozionante ed insolita fruizione del patrimonio artistico italiano per tutti coloro che non riescono a farlo nei consueti orari di visita. Un’occasione (altro…)

Una Pasqua di altri tempi. A spasso con una nobile famiglia veneziana

dal 6 al 9 aprile 2012
Palazzo Querini Stampalia

La Fondazione Querini Stampalia, in occasione della Pasqua 2012, organizza speciali Visite Guidate per i bambini (accompagnati dai genitori) all’insegna della cultura e del divertimento. Durante gli appuntamenti a palazzo, che si svolgeranno dal 6 al 9 aprile 2012, i piccoli saranno infatti accompagnati alla scoperta dell’atmosfera quotidiana di una Venezia di tre secoli fa, accolti e guidati dagli stessi padroni di casa: i Querini Stampalia nei loro eleganti abiti settecenteschi.

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8 marzo 2012: entrata gratuita per le donne ai Musei Statali

GIOVEDÌ 8 MARZO 2012– GIORNATA DELLA DONNA
ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA E AL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
ingresso gratuito per le donne dal Museo Correr

Sempre nell’ambito delle iniziative per la Festa della donna, giovedì 8 marzo 2012, vi ricordiamo che anche quest’anno il Ministero per i Beni e le Attività Culturali celebra quest’importante giornata, offrendo a tutte le donne l’ingresso gratuito in tutti i luoghi d’arte statali (musei, aree archeologiche, biblioteche ed archivi).

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BLM: Intenso Programma espositivo per il 2012

La Fondazione Bevilacqua la Masa ha in programma per il 2012 un intenso calendario di eventi espositivi molto interessanti.

Si parte il 2 febbraio 2012 con due mostre: presso la Galleria di Piazza San Marco verrà inaugurata la collettiva di fine residenza dei giovani (altro…)

Fondazione Musei Civici: interventi di restyling e programmazione futura

Gabriella Belli, nuovo Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha illustrato, la settimana scorsa in un’interessante conferenza stampa, gli importanti interventi di restyling che riguarderanno i più importanti Musei di Venezia e la programmazione degli eventi per i prossimi 2 anni.

INTERVENTI DI RESTYLING SUI MUSEI

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