Il territorio di produzione del vino Valpolicella è stato da sempre considerato fertile per la presenza di corsi d’acqua, che hanno reso redditizia l’agricoltura e favorito gli insediamenti. Le sue vallate sono ricche di storia e mostrano segni evidenti della presenza dell’uomo fin dal Paleolitico. I ritrovamenti più antichi sono avvenuti soprattutto in grotte, caverne e ripari sotto roccia. Nonostante la complessità del territorio, un’identità storica e culturale unitaria venne data dalla conquista romana di cui rimane traccia oggi negli scavi di alcune ville.
In età medioevale il territorio conosce le prime forme di autonomia comunale. Federico della Scala, conte di Valpolicella, nel 1313 riuscì a stabilire gli esatti confini tra la valle di cui era feudatario e le aree veronesi limitrofe, convincendo i Della Scala a sottoscrivere un accordo commerciale e difensivo.
Tra il XV e il XVIII secolo nelle zone collinari sorsero importanti ville padronali, caratterizzate da una struttura “a portico” e “a loggia”. In età contemporanea, soprattutto nel secondo dopoguerra, il fenomeno dell’emigrazione dalle campagne e dalle zone montane, vide la trasformazione del paesaggio e l’abbandono progressivo delle corti rurali; solo le zone più isolate hanno conservato la loro fisionomia originaria.
Il passaggio alle moderne coltivazioni è avvenuto senza cancellare del tutto i segni dell’agricoltura tradizionale. Sono stati rispettati, per esempio, i terrazzamenti con muri a secco, le “marogne”, e in alcuni luoghi rimangono anche alcuni alberi lungo i filari di vite, a testimonianza di quando servivano come sostegni vivi. In tutto il territorio troviamo inoltre delle vasche in pietra, dove si preparava il verderame; dei casotti, sempre in pietra, per il ricovero degli attrezzi. In alcuni luoghi, più a monte, troviamo ancora qualche ghiacciaia.